Enuma Elish 1° - Sapere

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Enuma Elish 1°

Epica > Marduk
Tavola 1°

Enuma Elish

«Quando Lassù,
Il cielo non aveva ancora un nome e Quaggiù la terra ferma non era ancora chiamata con un nome, Soli, Apsu-il-primo, loro progenitore, e Madre (?) - Tiamat, Genitrice per tutti loro, mescolavano insieme le loro acque: Nè banchi di canne vi erano ancora raggruppati, nè canneti vi erano ancora distinguibili.

E mentre degli dèi nessuno era ancora apparso, essi non erano né chiamati per nome, né definiti da un destino, in Apsu-Tiamat alcuni dèi furono creati:

Lahmu (e) Lahamu apparvero, ed i loro nomi furono pronunciati. Prima che fossero divenuti grandi e forti, furono creati Anshar e Kishar, che erano superiori a loro.

Quando ebbero prolungato i propri giorni, e moltiplicato i propri anni, Anu fu il loro figlio primogenito simile ai suoi genitori. Come Anshar aveva fatto simile a lui Anu, suo rampollo, Anu ugualmente ha generato (Ea-)Nudimmud a sua somiglianza.

Ora, Ea-)Nudimmud, egli, futuro ordinatore (?) dei suoi genitori, era di ampio intelletto, saggio e dotato d una forza immensa; Ben più possente del creatore di suo padre, Anshar, non aveva eguali a confronto con gli dèi suoi fratelli.

Avendo dunque formato una banda, quest dèi fratelli, disturbavano Tiamat, abbandonandosi al trambusto(?);

Sconvolgendo l’interno di Tiamat, turbavano con i loro svaghi l’interno della “Dimora divina”.

Apsu non riusciva a placarne il tumulto. Tiamat, tuttavia, restava impassibile davanti a loro: i loro maneggi le erano sgraditi, la loro condotta biasimevole, ma lei li risparmiava.

Allora Apsu, il Progenitore dei Grandi Dèi, chiamò il suo Mummu e gli dissa: "Oh Mummu, tu, mio paggio che mi appaghi l'anima, Vieni, andiamo a trovare Tiamat!"

Quindi se ne andarono, e seduti dinanzi a Tiamat chiacchierarono e discussero a proposito degli dèi, loro rampolli.
Apsu fece sentire la sua voce e parlò a Tiamat con voce forte: "La loro condotta non mi piace, di giorno non posso riposare, la notte non posso dormire! Voglio ridurli a nulla ed abolire la loro attività, affinchè sia ristabilito il silenzio, così che noi possiamo dormire."

Quando Tiamat sentì questo, divenne furiosa e gridò contro il suo sposo; ed essendosi arrabbiata a sua volta, recriminò aspramente contro Apsu, perché le aveva insinuato del male nell'animo: "Perché, noi stessi, distruggeremmo quello che abbiamo creato? La loro condotta è molto spiacevole, ma pazientiamo con benevolenza!”.

Mummu prese allora la parola per consigliare Apsu, paggio qual’era, rifiutava l’opinione della sua genitrice: “Fai cessare dunque, padre mio, quest’attività turbolenta, affinchè tu ti riposi di giorno e dorma di notte”.

Così Apsu si è compiaciuto con lui, ed i lineamenti del suo viso brillarono, per il male che aveva ordito contro gli dèi suoi figli; Circondò con il braccio la nuca di Mummu, il quale si sedette sulle sue ginocchia e Apsu lo abbracciò.

Ora, tutto ciò che avevano ordito nella loro riunione, fu riferito agli dèi loro figli. Avendolo appreso questi dèi si agitarono, poi si zittirono e rimasero cheti.

Di intelligenza superiore, esperto e astuto, Ea che tutto comprende intuì il loro piano. Contro il fine di Apsu pensò e dispose un piano d'insieme: adottò contro di lui il suo augusto Sortilegio, il più forte, glielo recitò e, con un filtro, lo fece riposare. Il sonno lo pervase e così dormiva beatamente.

Quando ebbe addormentato Apsu, pervase di sonno anche Mummu il consigliere che fu troppo inebetito per stare in guardia(?).
Egli (Ea) quindi staccò la fascia frontale di Apsu e gli tolse la corona; Gli sottrasse così il manto dal Fulgore soprannaturale e se ne rivestì lui stesso. Abbattè Apsu e lo uccise; legò Mummu e lo rinchiuse sbarrandogli su di lui la porta.

Stabilì allora su(lla dimora di Apsu) la sua Abitazione e si impadronì di Mummu, che teneva al guinzaglio.

Una volta che Ea ebbe immobilizzato ed abbattuto questi malvagi, e riportato il suo trionfo su questi avversari, si riposò nei suoi appartamenti nella più totale calma. Chiamò questa dimora “Palazzo Apsu” e vi stabilì la Sale i Cerimonia (cappelle). Sempre là stabilì la sua Camera Nunziale, dove Ea e la sua sposa Damkina sedettero in maestà.

In questo “Santuario dei Destini”, questa “Cappella delle Sorti” fu procreato il più intelligente, il Saggio degli dei, il Signore: nel mezzo dell’Apsu, Marduk fu messo al mondo.

Nel mezzo dell’Apsu, Marduk fu messo al mondo. Lo mise al mondo Ea, suo padre, e lo partorì sua mdre, Damkina. Non succhiò che da mammelle divine: la nutrice che l’allevò lo rese ricco di una vitalità formidabile. La sua natura era esuberante; il suo sguardo, fulminante; fu uomo fatto fin dalla nascita, e pieno di forza sin dal principio.

Nel vederlo Anu, il genitore di suo padre, si rallegrò, si illuminò ed ebbe il cuore pieno di gioia. Quando l’ebbe guardato, disse: “La sua divinità è tutt’altra cosa, è molto più sublime, li supera in tutto, le sue forme sono incredibili, ammirevoli, impossibili da immaginare, insopportabili a guardare. Quattro sono i suoi occhi, e quattro le sue orecchie. Quando muove le labbra, il fuoco divampa davanti! Quattro orecchie gli sono spuntate, e i suoi occhi,  in numero uguale, ispezionano l’universo! E’ il più alto degli dèi, sovrastante per statura: la sua ossatura è grandiosa, è sovrastante per nascita! Mio figlio è un Utu (Sole)! Mio figlio è un Utu (Sole)! Mio figlio è un Sole: il vero Sole degli dèi! E’ circonfuso dallo Spendore soprannaturale di dieci dèi, ne è sublimemente coronato(?), e cinquanta Sfavillii terrificanti sono accumulati in lui”.

Anu allora creò e mise alla luce i Quattro Venti e li mise nella mano di Marduk: "Affiché mio figlio si diverta!”.

E Marduk fabbricò la Polvere che fece portare dalla Tempesta; e avendo poi provocato l’Ondata, disturbava Tiamat.

Così disturbata Tiamat, si agitava notte e giorno, e i suoi dèi, senza tregua, sopportavano i colpi di vento (?).

Avendo dunque ordito del male nel loro animo, essi si rivolsero a Tiamat, loro Madre: “Quando è stato messo a morte Apsu, il tuo sposo, tu non l’hai assistito, tu sei stata zitta! E ora, avendo Anu creato questi Quattro Venti terribili, il tuo interno è fortemente disturbato e noi non dormiamo più! Apsu, il tuo sposo non è più in te, né Mummu che fu incatenato: tu resti dunque sola! Non sei nostra Madre? Ed eccoti agitata, in grande turbamento! E noi che non riposiamo, tu dunque non ci ami più? Sui nostri letti i nostri occhi si sono prosciugati! Liberaci da questo giogo senza riposo, affinché noi possiamo dormire! Alzati in piedi contro di loro, vendicati di loro! Annientali e fanne fantasmi”.

Quando Tiamat li ebbe ascoltati, questo discorso le piacque: “Poiché voi stessi l’avete deciso insieme, creiamo tempeste!”.

Ora altri dèi erano venuti là dentro, che avevano anch’essi concepito il male contro gli dèi loro progenie!

In piedi, in cerchio accanto a Tiamat, furibondi, complottavno senza sosta notte e giorno, spingendosi al combattimento, battendo i piedi infuriati, tennero consiglio per programmare la guerra.

La Madre-Abisso che aveva formato ogni cosa, si preparò armi irresistibili: Mise al mondo Dragoni giganti, dai denti aguzzi, dalle zanne spietate, a cui riempì il corpo di veleno al posto del sangue; e Leviatani feroci ai quali diede aspetto spaventoso, e che circonfuse di Splendore soprannaturale, equiparandoli così agli dèi, disse: “Chi li veda, perda i sensi! E che una volta lanciati, non indietreggino mai!”.

Creò ancora Idre, Dragoni formidabili, Mostri marini, Leoni colossali, Molossi rabbiosi, Uomini-Scorpione, Mostri aggressivi, Uomini-Pesci, Bisonti giganteschi: tutti brandivano armi spietate senza tema del combattimento, i loro poteri delegati, smisurati, ed essi irresistibili!

In verità quegli undici erano tali, quali li fece! Dopodichè, tra gli dèi, suoi rampolli, che avevano tenuto consiglio con lei, ella esaltò Qingu, conferendogli, tra loro, il rango più alto: Il comando dell’armata, la direzione del consiglio di guerra, il compito dell’arruolamento, la condotta della battaglia, l’autorità sui combattenti;

Gli affidò tutto questo e lo insediò sul trono d’onore, dicendo: “Ho proferito per te la Formula e ti ho reso superiore nell’Assemblea degli dèi; Ti ho offerto il principato su tutti loro! Sii il più grande! Sii il mio unico sposo! Che si esalti il tu nome su tutti gli Anunnaki!”.

E gli rimise la Tavoletta dei Destini, che fissò sul suo petto e disse: “Che irrevocabile sia il tuo ordine! Che la tua parola si realizzi!”.
Avendo così esaltato Qingu ed avendolo posto in possesso della Supremazia, per gli dèi, suoi figli, ella stabilì questo destino: “Aprendo soltanto la bocca, Spegnete i Fuoco! Che il vostro veleno concentrato faccia cadere la Tirannide!”.
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