Capitolo 7°
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Zecharia Sitchin
Il Libro perduto del Dio Enki
Le Parole di Enki
Seconda Tavoletta
Capitolo 7°
Questo è ora il racconto della Battaglia Celeste (641), e di come la Terra (666) fu creata e del Destino (1055) di Nibiru (800).
Il Signore (800) andò avanti, seguì la sua strada decisa dal Fato (1054). Si rivolse verso la rabbiosa Tiamat (650a), con le sue stesse labbra pronunciò un incantesimo. Indossò come vestito di protezione Ciò Che Pulsa (1064) e Ciò Che Irradia (1065). La sua testa fu incoronata da un terribile fulgore. Alla sua destra posizionò Ciò Che Colpisce (1066), alla sua sinistra mise Ciò Che Respinge (1067). Mandò avanti come una tempesta i sette venti, la sua schiera di aiutanti. Verso l'infuriata Tiamat (650a), con clamori di guerra, si stava affrettando. Gli dèi gli si strinsero intorno, poi lasciarono la sua strada. Avanzava per esplorare Tiamat (650a) e i suoi aiutanti, per scrutare il piano di Kingu (941), comandante della schiera di Tiamat (650a). Quando scorse il valoroso Kingu (941), la sua vista si offuscò; mentre guardava i mostri, il suo corso si sconvolgeva, non riusciva a mantenere la direzione, compiva gesti confusi.
Gli aiutanti di Tiamat (650a) le si strinsero intorno, tremanti di terrore. Le radici di Tiamat (650a) si scossero, emise un terribile ruggito. Su Nibiru (800) operò un incantesimo, lo avviluppò con il suo fascino. Fra i due si arrivò allo scontro, la battaglia era inevitabile! Tiamat (650a) e Nibiru (800) si trovarono faccia a faccia; avanzavano l'uno contro l'altro. Si avvicinavano alla battaglia, si preparavano a un duello. Il Signore (800) distese la sua rete, la gettò per avvilupparla. Con furia Tiamat (650a) gridò, perse i sensi come se fosse posseduta. Il Vento del Male (1061), che lo seguiva, Nibiru (800) le scatenò contro; Il Vento del Male (1061) le scagliò in faccia. Tiamat (650a) aprì la bocca per divorare il Vento del Male (1061), ma non riuscì più a richiudere le labbra. Il Vento del Male (1061) caricò il suo ventre, penetrò nelle sue viscere. Le sue viscere erano dilaniate, il suo corpo si gonfiò, la sua bocca si spalancò. Attraverso l'apertura Nibiru scagliò una freccia lucente, un lampo divino. Penetrò nelle sue viscere le dilaniò il ventre; le si conficcò nel grembo, le spezzò il cuore.
Dopo averla così domata, egli spense il suo soffio vitale. Nibiru (800) esaminò il corpo senza vita, Tiamat (650a) era ora come una carcassa macellata. Vicino alla padrona senza vita, i suoi undici aiutanti erano tremanti di paura. Nella rete di Nibiru (800) furono catturati; furono incapaci di fuggire. Anche Kingu (941), proclamato da Tiamat (650a) capo della schiera, era fra di loro. Il Signore (800) lo incatenò, lo legò alla padrona senza vita. Strappò da Kingu (941) le Tavole dei Destini (960), ingiustamente a lui date. Vi impresse il suo sigillo, fissò il Destino (1055) al suo petto. Gli altri della schiera di Tiamat (650a) legò come prigionieri, li intrappolò nel suo circuito. Li calpestò sotto i suoi piedi, li fece a pezzi. Li legò al suo circuito; li fece orbitare indietro. Nibiru (800) partì poi dal Luogo della Battaglia (640), si recò ad annunciare la vittoria agli dèi che lo avevano prescelto.
Compì un circuito intorno ad Apsu (650), viaggiò verso Kishar (815aa) e Anshar (815a). Gaga (816) venne a salutarlo, poi fece rotta come messaggero verso gli altri. Nibiru (800) oltrepassò An (812) ed Antu (812a), si diresse verso la Dimora nel Profondo (630). Ripensò poi al Fato (1054) di Tiamat (650a) ormai senza vita e a quello di Kingu (941). Il Signore Nibiru (800) allora ritornò a Tiamat (650a), che prima aveva domato. Le si avvicinò, si soffermò a vedere il suo corpo senza vita. Nel suo cuore concepì ingegnosamente un piano per dividere il mostro. Poi, come si fa con un mitilo, la divise in due parti, le separò il petto dalle parti inferiori. Recise i canali del suo sangue, guardò con stupore le sue vene d'oro. Calpestando la sua parte posteriore, il Signore (800) le tranciò di netto la parte superiore. Convocò accanto a sé il Vento del Nord (802), suo aiutante.
Comandò al Vento (802) di portare via il cranio staccato, di gettarlo nel vuoto. Allora il Vento (802) di Nibiru (800) si librò su Tiamat (650a), investendola con un fiotto di acque. Nibiru (800) scoccò un lampo, impartì il segnale al Vento del Nord (802).
Con un fulgore, la parte superiore di Tiamat (650a) venne portata in un luogo sconosciuto. Anche Kingu (941), a lei legato, fu con lei esiliato, per essere compagno della parte staccata.
- Che fosse un eterno trofeo della battaglia, questo era il suo volere.
- Che fosse per sempre ricordato nei cieli, per custodire il Luogo della Battaglia .
- Con la sua mazza schiacciò in mille pezzi la parte posteriore, poi li unì per formare il Bracciale Martellato .
- Unendoli insieme, li posizionò come guardiani, un Firmamento (817)
- Separò i Mari Superiori sopra il Firmamento (817) dai Mari Inferiori (610).
Tutto questo Nibiru (800) creò con molto ingegno. Il Signore (800) attraversò i cieli per scandagliare le regioni. Misurò le dimensioni dal regno di Apsu (650) alla dimora di Gaga (816). Nibiru (800) esaminò poi il limite del Profondo, gettò lo sguardo verso il suo luogo natale. Si soffermò ed esitò; poi lentamente ritornò al Firmamento (817), al Luogo della Battaglia (640). Nell'attraversare di nuovo la regione di Apsu (650), ripensò con rimorso alla Sposa (650a) del Sole (650) che più non c'era.
Guardò la metà ferita di Tiamat (650a), prestò attenzione alla sua Parte Superiore. Le acque della vita, la sua ricchezza, stillavano ancora dalle ferite. Le sue vene d'oro riflettevano i raggi di Apsu (650). Allora Nibiru (800) si ricordò del Seme della Vita (1056), eredità del suo Creatore (7). Quando aveva calpestato Tiamat (650a), quando l'aveva separata, sicuramente le aveva trasmesso il Seme (1056)!
Si rivolse ad Apsu (650), così gli parlò:
- Con i tuoi caldi raggi, risana le ferite!
- Che nuova vita sia data alla parte staccata, che possa essere accolta nella tua famiglia come una figlia!
- Che le acque siano tutte raccolte in un luogo,
- Che possa apparire la terraferma!
- Che sia chiamata Terraferma (666), che il suo nome d'ora in poi sia Ki ! (666)
- che il suo nome d'ora in poi sia Terra (666)!
- Che, con la sua rotazione, ci siano notte e giorno;
- Che di giorno io la possa irradiare con i miei raggi risanatori.
- Che per sempre sia la Luna !
Nibiru (800) ascoltò con compiacimento le parole di Apsu (650). Attraversò i cieli e ispezionò le regioni. Agli dèi, che lo avevano reso supremo, concesse stazioni permanenti. Decise che non dovessero trasgredire i confini dei propri circuiti, né darsi battaglia. Rafforzò le serrature dei cieli, ai loro lati posizionò dei cancelli. Scelse per sé una dimora esterna; si estendeva al di là di Gaga (816). Supplicò Apsu (650) perché decretasse che il grande circuito fosse il suo destino. Dalle loro stazioni tutti gli dèi decretarono: che la sovranità di Nibiru (800) sia senza pari! Lui (800) è il più radioso degli dèi, che lui sia veramente il Figlio del Sole (800)!
Dalla sua dimora Apsu (650) concesse la sua benedizione:
- Luogo dell'Attraversamento sarà chiamato!
- Sopra o sotto Nibiru gli dèi non dovranno mai attraversare.
- Una posizione centrale è stata conferita per sempre a Nibiru , per essere così il pastore degli dèi.