Capitolo 31°
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Zecharia Sitchin
Il Libro perduto del Dio Enki
Le Parole di Enki
Ottava Tavoletta
Capitolo 31°
Questo è ora il racconto dei discendenti di Adapa (1074c), e di come Caino (1074e) uccise Abele (1074f), e di quanto dopo accadde.
Terminata la Celebrazione dei Primi (910), Caino (1074e) era cupo in volto. Era profondamente addolorato dalla mancata benedizione di Enki (1030). Quando i fratelli tornarono ai loro compiti, Abele (1074f) si vantava davanti al fratello: Sono colui che porta l'abbondanza, colui che sazia gli Anunnaki (1072). Colui che dà forza agli eroi, colui che fornisce la lana per i loro abiti!
Caino (1074e), offeso dalle parole del fratello, ribatté con veemenza alle sue vanterie: Io sono colui che rende rigogliose le pianure, che arricchisce i solchi di cereali. Io sono colui nei cui campi gli uccelli si moltiplicano, nei cui canali i pesci abbondano. Il pane che dà sostegno io lo produco, io rendo varia la dieta degli Anunnaki (1072) con pesci e volatili!
E così i gemelli continuarono a litigare, per tutto l'inverno continuarono a discutere.
Quando ebbe inizio l'estate, non aveva piovuto, i prati erano aridi, i pascoli diminuivano. Abele (1074f) condusse il suo gregge nei campi del fratello, affinché si dissetasse con l'acqua dei solchi e dei canali. Immensa fu la collera di Caino (1074e); ordinò al fratello di portare via le greggi. Contadino e pastore, fratello e fratello, si scambiarono parole di accusa. Si trattarono con disprezzo, giunsero perfino a prendersi a pugni.
Fuori di sé Caino (1074e) raccolse una pietra, con essa colpì forte Abele (1074f) alla nuca. Ripetutamente lo colpì, fino a quando Abele (1074f) cadde, il sangue grondava copioso dal suo capo. Quando Caino (1074e) vide il sangue del fratello, così gridò: Abele (1074f), Abele (1074f), fratello mio! Immobile giaceva Abele (1074f), disteso a terra, la sua anima lo aveva abbandonato. Accanto al fratello che aveva ucciso rimase Caino (1074e), per lungo tempo rimase a piangere.
Titi (1074d) fu colei che con una premonizione per prima seppe dell'uccisione: in sogno, mentre era addormentata, vide il sangue di Abele (1074f), le mani di Caino (1074e) ne erano imbrattate. Riscosse Adapa (1074c) dal suo sonno, gli raccontò della visione. Un profondo dolore riempie il mio cuore, è forse successo qualcosa di irreparabile? Così disse Titi (1074d) ad Adapa (1074c) in preda a una grande agitazione. Al mattino i due si misero in viaggio, lasciarono Eridu (1080), andarono a cercare il luogo dove si trovavano Caino (1074e) e Abele (1074f).
Nei campi trovarono Caino (1074e), ancora seduto accanto al corpo di Abele (1074f). Un grido di angoscia sfuggì a Titi (1074d), Adapa (1074c) gli cosparse il capo di fango. Cos'hai fatto? Cos'hai fatto? Così urlarono a Caino (1074e). Il suo silenzio rispose per lui; Caino (1074e) si gettò a terra e pianse. Adapa (1074c) fece ritorno alla città di Eridu (1080), a Enki (1030) raccontò l'accaduto. Infuriato Enki (1030) affrontò Caino (1074e). Che tu possa essere maledetto! Così gli disse. Dall'Eden (1084) devi andare via, non puoi restare fra gli Anunnaki (1072) e i Terrestri Civilizzati (1075a)!
Per quanto riguarda Abele (1074f), il suo corpo non può restare nei campi a cibare gli uccelli rapaci. Com'è consuetudine degli Anunnaki (1072), sarà sepolto in una tomba, sotto a un mucchio di pietre. Enki (1030) mostrò ad Adapa (1074c) e a Titi (1074d) come seppellire Abele (1074f), non essendo a loro nota l'usanza. Per trenta giorni e trenta notti Abele (1074f) venne pianto dai propri genitori.
Caino (1074e) venne condotto a Eridu (1080) per essere giudicato, Enki (1030) desiderava pronunciare la sentenza d'esilio. Che lo stesso Caino (1074e) sia ucciso per il suo atto! Così disse Marduk (1031a) con collera. Che siano riuniti i Sette Che Giudicano (1026)! Così disse Ninurta (1041a), mentore di Caino (1074e). Chi ha mai udito di una simile assemblea? Così gridò Marduk (1031a). Che i capi Anunnaki (1072) debbano essere chiamati a giudicare uno che non è di Nibiru (800)? Non basta forse che colui che ha avuto Ninurta (1041a) come mentore abbia ucciso colui che era da me prediletto? Non è forse che così come Ninurta (1041a) sconfisse Anzu (1150), allo stesso modo Caino (1074e) si è levato contro il proprio fratello? Che il fato di Anzu (1150) sia anche il fato di Caino (1074e), che il suo soffio vitale venga estinto! Con queste parole colme di collera Marduk (1031a) si rivolse a Enki (1030), Enlil (1040) e Ninurta (1041a).
Ninurta (1041a) dalle parole di Marduk (1031a) fu rattristato; la sua risposta fu fatta di silenzio, non di parole. Che io possa conferire in privato con Marduk (1031a), mio figlio! Così disse loro Enki (1030). Quando lui e Marduk (1031a) si ritrovarono nelle stanze private di Enki (1030): Figlio mio! Figlio mio! Disse Enki (1030) dolcemente rivolgendosi a Marduk (1031a). Grande è il tuo dolore. Che altro dolore non si aggiunga al dolore! Lascia che ti riveli un segreto che mi pesa come un macigno sul cuore! Accadde tanto tempo fa, mentre camminavo lungo il fiume, due fanciulle terrestri attirarono la mia attenzione.
Su Nibiru (800) Anu (1020) e il consiglio se ne convinsero grazie alla nascita di Caino (1074e) e Abele (1074f). Una nuova fase della presenza di Anunnaki (1072) su questo pianeta (666) fu ben accolta e approvata. Ora che Abele (1074f) è stato ucciso, e se anche Caino (1074e) verrà fatto morire, la sazietà avrà fine, gli ammutinamenti si rinnoveranno, tutto ciò che è stato fatto verrà distrutto! Non c'è da meravigliarsi se avevi a cuore Abele (1074f), era il figlio del tuo fratellastro! Ora abbi pietà dell'altro, che la stirpe di Adapa (1074c) sopravviva! Con queste parole, profondamente rattristato, Enki (1030) svelò il proprio segreto a Marduk (1031a), suo figlio.
All'inizio Marduk (1031a) rimase stupefatto dalla rivelazione, poi fu colto da una risata irrefrenabile. Delle tue doti amatorie spesso mi era giunta voce, ora ne ho la prova! Così sia, che sia risparmiata la vita di Caino (1074e), che sia esiliato ai confini della Terra (666)! Così disse Marduk (1031a) al padre, passando dalla collera alla risata.
A Eridu (1080) Enki (1030) pronunciò la sentenza: Che Caino (1074e) sia esiliato, che per espiare il suo atto malvagio sia condannato a peregrinare verso oriente. Che la vita gli venga risparmiata, lui e le generazioni che da lui discenderanno saranno distinte! L'Essenza Vitale (690) di Caino (1074e) fu modificata da Ningishzidda (1031d). Così che sulla sua faccia non crescesse più la barba (695). Così Ningishzidda (1031d) aveva modificato l'Essenza Vitale (690) di Caino (1074e). Con sua sorella Awan (1074ea), come sposa, Caino (1074e) partì dall'Eden (1084), si diresse verso la Terra di Vagabondaggio (1108).
Allora gli Anunnaki (1072) si sedettero e si chiesero: Senza Caino (1074e), senza Abele (1074f), chi farà crescere i cereali e chi farà il pane? Chi sarà il pastore, chi moltiplicherà le greggi, chi fornirà la lana per il vestiario? Che Adapa (1074c) e Titi (1074d) si moltiplichino ancora! Così dissero gli Anunnaki (1072). Con la benedizione di Enki (1030) Adapa (1074c) conobbe ancora molte volte Titi (1074d), la sua sposa. Una figlia, e un'altra ancora, ogni volta nasceva una figlia femmina.
Nel novantacinquesimo Shar (678h) (tra 338.400 e 342.000 anni terrestri da quando Alalu (820) arrivò al Pianeta dell'oro (666), tra il 102.233 a.C. e il 98.633 a.C.) Adapa (1074c) e Titi (1074d) ebbero finalmente un maschio. Titi (1074d) lo chiamò Sati (1074g), Colui Che fa Proseguire la Vita (1074g); a partire da lui ebbe inizio il conto delle generazioni di Adapa (1074c). In tutto Adapa (1074c) e Titi (1074d) ebbero trenta figli e trenta figlie. Tutti lavorarono duramente come coltivatori della terra e pastori per gli Anunnaki (1072).
Nel novantasettesimo Shar (678i) (tra 345.600 e 349.200 anni terrestri da quando Alalu (820) arrivò al Pianeta dell'oro (666), tra il 95.033 a.C. e il 91.433 a.C.), a Sati (1074g) nacque un figlio maschio, partorito dalla sua sposa Azura (1074ga). Col nome di Enshi (1074g_a) venne registrato negli annali; il suo nome significava Maestro dell'Umanità (1074g_a). Suo padre Adapa (1074c) gli insegnò a scrivere e a fare di conto. Adapa (1074c) insegnò a Enshi (1074g_a) chi erano gli Anunnaki (1072), gli rivelò tutto ciò che c'era da sapere su Nibiru (800).
Venne condotto su Nibru-ki (1081c) dai figli di Enlil (1040); gli insegnarono i segreti degli Anunnaki (1072). Nannar (1041b), il figlio maggiore di Enlil (1040) sulla Terra (666), gli mostrò gli oli profumati da usare quali unguenti. Ishkur (1041c), il più giovane dei figli di Enlil (1040), gli insegnò come preparare l'elisir dai frutti di Inbu (1300).
Da allora in poi l'Uomo Civilizzato (1075a) chiamò gli Anunnaki (1072) "Signori (1305)". Quello fu il principio dei Riti di Venerazione (1315) degli Anunnaki (1072). In seguito poi Enshi (1074g_a) ebbe un figlio da sua sorella Noam (1074g_aa). Kunin (1074g_ab), Colui delle Fornaci (1074g_ab), questo significava il suo nome. Poiché fu istruito da Ninurta (1041a) a Bad-Tibira (1085a), lì apprese l'arte delle fornaci e dei forni. Come accendere fuochi dal bitume, come fondere e raffinare i metalli, questo gli venne insegnato.