Capitolo 44° - Sapere

Vai ai contenuti

Capitolo 44°

Epica > Enki > Il Libro Perduto > 11° Tavoletta
Zecharia Sitchin

Il Libro perduto del Dio Enki

Le Parole di Enki
Undicesima Tavoletta
Capitolo 44°

Questo è ora il racconto di come Marduk (1031a) venne salvato e mandato in esilio, e di come l'Ekur (1082f) venne smantellato e di come venne divisa la signoria su tutte le terre.

Lontano dal Sole e dalla luce, senza cibo, né acqua, all'interno dell'Ekur (1082f), Marduk (1031a) venne sepolto vivo. Della sua prigionia e della sua punizione, senza essere stato sottoposto a giudizio, Sarpanit (1031aa), sua sposa, era profondamente addolorata. Si affrettò da Enki (1030), suo suocero; con il suo giovane figlio Nabu (1031ab) da lui si recò. Che Marduk (1031a) sia riportato fra i vivi! Così Sarpanit (1031aa) supplicò Enki (1030). Enki (1030) la inviò da Utu (1042ba) e Nannar (1041b), che avevano il potere di intercedere presso Inanna (1042bb). Che sia concesso il dono della vita al mio signore Marduk (1031a)! Così Sarpanit (1031aa) invocò, indossando abito di penitente. Che gli sia concesso di continuare a vivere con umiltà, rinuncerà allora al regno! Inanna (1042bb) non era placata. Per la morte del mio amato, l'Istigatore (1031a) deve morire! Così replicò Inanna (1042bb). Ninharsag (1050), la Pacificatrice (1050), convocò Enki (1030) ed Enlil (1040), suoi fratelli. Marduk (1031a) deve essere punito, ma la morte non è giustificata! Così disse loro. Che Marduk (1031a) viva in esilio, che a Ninurta (1041a) la successione sulla Terra (666) sia demandata! Enlil (1040) sorrise, soddisfatto delle sue parole: Ninurta (1041a) era suo figlio, lei ne era la madre! Se la scelta deve essere tra la vita e la successione, cosa posso mai dire io, che sono il padre? Così rispose Enki (1030) con cuore greve. Le mie terre sono ormai in preda alla desolazione. I conflitti devono finire, sto ancora piangendo per Dumuzi (1031e); che Marduk (1031a) viva in esilio! Se deve essere ristabilita la pace e se Marduk (1031a) deve vivere, stipuliamo allora accordi vincolanti! Così disse Enlil (1040) a Enki (1030). Tutte le stazioni del Legame Cielo-Terra (1095f) devono essere affidate a me solo e a me soltanto. Devi affidare il dominio sulla Terra dei Due Canali (1085f) a un altro dei tuoi figli. Gli Igigi (1073), che seguiranno Marduk (1031a), dovranno rinunciare al Luogo dell'Atterraggio (1095ca) e dovranno abbandonarlo. Marduk (1031a) deve andare in esilio nella Terra Senza Ritorno (1108_c), che non è abitata da nessuno dei discendenti di Ziusudra (1074g_afc)! Così dichiarò Enlil (1040)con fermezza, intendeva essere il più autorevole fra i fratelli. Enki (1030) in cuor suo riconobbe la mano del Fato (1054): Che così sia! Così acconsentì a capo chino.
Soltanto Ningishzidda (1031d) conosce le viscere di Ekur (1082f); che sia padrone sulla sua terra! Una volta annunciate le decisioni dei Grandi Anunnaki (1072a), venne convocato Ningishzidda (1031d) per operare il salvataggio. La sfida era quella di riuscire a trarre in salvo Marduk (1031a) dalla stanza chiusa e sigillata. A lui affidarono un compito terribilmente arduo: liberare colui che è sepolto vivo. Ningishzidda (1031d) esaminò i progetti segreti di Ekur (1082f), studiò come aggirare il blocco. Salverò Marduk (1031a) attraverso un'apertura superiore, che sarà scavata nella roccia! Così disse ai capi (1051a). In un luogo da me indicato, gli Anunnaki (1072) nelle pietre incideranno una porta. Da lì scaveranno un condotto serpeggiante verso l'alto, sarà così creato un pozzo di salvataggio. Attraverso cavità nascoste raggiungeranno il cuore di Ekur (1082f). Entreranno attraverso le pietre all'apice delle cavità. Con un'esplosione si apriranno un passaggio verso l'interno, aggirando così il blocco. Proseguiranno poi lungo la grande galleria, solleveranno le tre lastre di pietra. Raggiungeranno così la stanza superiore, prigione di morte di Marduk (1031a)! Gli Anunnaki (1072), guidati da Ningishzidda (1031d), seguirono il piano da lui escogitato. Crearono l'apertura con attrezzi che frantumano le pietre, scavarono il pozzo di salvataggio. Raggiunsero così l'interno del monte artificiale (1082f), con un'esplosione si aprirono un varco. Aggirando le tre pietre che bloccavano il passaggio, raggiunsero la camera superiore. Sollevarono su di una piccola piattaforma le saracinesche; trassero in salvo Marduk (1031a) svenuto. Calarono il signore (1031a) con cautela lungo il pozzo serpeggiante, lo condussero all'aria aperta. Fuori, Sarpanit (1031aa) e Nabu (1031ab) erano in attesa dello sposo e del padre: fu una riunione felice. Quando  però a Marduk (1031a) il padre Enki (1030) riferì le condizioni della liberazione, Marduk (1031a) si infuriò: preferisco morire anziché rinunciare al mio diritto regale per nascita! Così urlò. Sarpanit (1031aa) gli gettò nelle braccia Nabu (1031ab). Siamo parte del tuo futuro! Così disse dolcemente. Marduk (1031a) era in collera. Marduk (1031a) era umiliato. Al Fato (1054) mi arrendo! Così mormorò in un sussurro appena percettibile. Insieme a Sarpanit (1031aa) e a Nabu (1031ab) partì alla volta della Terra Senza Ritorno (1108_c). Con moglie e figlio si recò in un luogo dove le bestie con le corna vengono cacciate (l'America del Nord ??). Dopo la partenza di Marduk (1031a), Ninurta (1041a), attraverso il pozzo, entrò nuovamente nell'Ekur (1082f). Attraverso un corridoio orizzontale giunse alla vulva dell'Ekur (1082f). Nel suo muro orientale, in una nicchia artificiale, la Pietra del Destino (1067e) emetteva una radianza rossastra. Il suo potere di uccidere s'impossessa di me, mi cattura con il richiamo di uccidere! Così Ninurta (1041a) urlò all'interno della stanza. Portatela via! Che sia distrutta! Così ordinò Ninurta (1041a) ai suoi luogotenenti. Ritornando indietro sui suoi passi, attraverso la grande galleria, Ninurta (1041a) si recò nella camera più in alto. In un torace incavato pulsava il cuore di Ekur (1082f), la forza di attrazione della sua rete era rafforzata da cinque compartimenti. Ninurta (1041a) con il suo bastone, colpì la pietra nel torace; rispose con un rimbombo. Ninurta (1041a) ordinò che venisse estratta la Pietra Gug (1067f), che determina le direzioni, per portarla poi in un luogo da lui scelto. Scendendo lungo la grande galleria, Ninurta (1041a) esaminò le ventisette coppie di Cristalli (961) di Nibiru (800). Molti Cristalli (961) erano stati danneggiati nella lotta con Marduk (1031a); altri, invece, ne erano usciti indenni. Ninurta (1041a) ordinò di rimuovere quelli intatti dai loro incastri; gli altri li polverizzò con il suo raggio. Fuori dalla Casa Che è Come una Montagna (1082f), a bordo del suo Uccello Nero (1094e), Ninurta (1041a) in alto si librò. Rivolse la propria attenzione alla Pietra Apicale (1067g); era l'incarnazione stessa del suo nemico. Con le sue armi la smosse, al suolo la rovesciò, frantumandola. Che nessuno debba più avere paura di Marduk (1031a)! Così dichiarò Ninurta (1041a) vittorioso. Sul terreno di battaglia gli Anunnaki (1072), lì riuniti, cantarono allora le lodi di Ninurta (1041a): Come Anu (1020) sei fatto! Così urlarono al loro eroe e capo. Per rimpiazzare il faro (1082f) ormai inattivo, venne scelto un monte nei pressi del Luogo dei Carri Celesti (1095c). All'interno delle sue viscere vennero collocati i Cristalli (961) recuperati. Sulla sua cima venne installata la Pietra Gug (1067f), la Pietra della Direzione. Venne chiamato Monte Mashu (1126), il Monte della Suprema Barca Celeste (1126). Allora Enlil (1040) convocò i suoi tre figli; anche Ninlil (1040a) e Ninharsag (1050) erano presenti. Si incontrarono per confermare il comando sulle Terre Antiche (1085i), il comando sulle Terre Nuove (1085j). A Ninurta (1041a), che aveva sconfitto Anzu (1150) e Marduk (1031a), vennero concessi i poteri della successione di Enlil (1040). In tutte le terre avrebbe sostituito il padre. La signoria del Luogo dell'Atterraggio (1095) nei Monti del Cedro (1082a) venne concessa a Ishkur (1041c). II Luogo dell'Atterraggio (1095) fu così annesso al suo dominio nel nord. Le terre a sud e a est, dove si erano insediati gli Igigi (1073) con i loro figli, a Nannar (1041b) vennero affidate, come dote eterna, affinché lui e i suoi discendenti le governassero. La penisola (1085g), dove si trovava il Luogo dei Carri (1095c), venne annessa alle terre di Nannar (1041b). Utu (1042ba) venne confermato quale comandante del Luogo (1095c) e dell'Ombelico della Terra (1095f).
Nella Terra dei Due Canali (1085f), come convenuto, Enki (1030) assegnò la signoria a Ningishzidda (1031d). Nessuno dei figli di Enki (1030) trovò da ridire; ma a questa decisione Inanna (1042bb) si oppose! Inanna (1042bb) rivendicava l'eredità di Dumuzi (1031e), suo promesso sposo tragicamente deceduto. Un dominio tutto per lei pretendeva da Enki (1030) ed Enlil (1040). I Capi (1051a) rifletterono su come soddisfare le richieste di Inanna (1042bb). I Grandi Anunnaki (1072a), che decretano i fati, si riunirono in consiglio per spartire le terre e le genti. Ad Anu (1020) chiesero consiglio in merito alla Terra (666) e alla sua ripartizione. Dal tempo del Diluvio (64b), la grande Calamità (64b), sono trascorsi quasi due Shar (805). I Terrestri (1075a) si sono moltiplicati, dalle regioni montuose sono scesi ai bassipiani asciutti. Sono nati discendenti dell'Umanità Civilizzata (1075b), figli di Ziusudra (1075b); con il seme degli Anunnaki (1072) hanno procreato. Vivono anche i discendenti degli Igigi (1073), che hanno contratto matrimoni misti; nelle Terre Distanti (1108) sono sopravvissuti i figli di Caino (1074e). Pochi e nobili erano gli Anunnaki (1072) giunti da Nibiru (800), pochi erano i loro puri discendenti. I Grandi Anunnaki (1072a) rifletterono allora su come stabilire gli insediamenti per sé e per i Terrestri (1075a). Come continuare a mantenere la supremazia sull'Umanità (1075b), come far sì che i molti obbedissero ai pochi. Di queste cose, del futuro, i Capi (1051a) discussero con Anu (1020). Ancora una volta Anu (1020) decise di scendere sulla Terra (666); con Antu (1020a), la sua sposa, desiderava visitarla.
Torna ai contenuti