Enuma Elish
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Enuma Elish
L'Enuma Elish (in italiano: "Quando in alto" ) è un poema mesopotamico che tratta il mito della creazione e le imprese del dio Marduk. Veniva recitato durante l'akītu, la festa del capodanno di Babilonia. L'opera risale probabilmente al XIII o al XII secolo a.C., al tempo della prima dinastia di Babilonia; se ne conoscono alcune versioni assire del VII secolo a.C. trovate ad Assur e a Ninive.
Il poema consta di sette tavole e, oltre a quello celebrativo, ha anche lo scopo di descrivere una cosmogonia. L’autore quindi parte dal tempo dei primordi, da prima dell’origine del tutto, come accade in Genesi.
Probabilmente, accanto alla versione “canonica”, presso i babilonesi esistevano altre versioni di questo mito, soprattutto se si pensa alla consuetudine di trasmettere oralmente la cultura (le tavolette cuneiformi erano un lusso, riservato agli archivi di stato e a pochi ricchissimi, e la scrittura cuneiforme non era poi così diffusa, perché molto difficile da apprendere). Dell’autore nulla sappiamo, perché presso i babilonesi non si teneva conto della paternità delle opere letterarie di nessun tipo. L’epoca di composizione è fissato dagli studiosi verosimilmente al tempo della prima dinastia di Babele, ma non vi sono riferimenti certi: altri ad esempio la collocano nell’ottavo secolo, al tempo del re assiro Tiglatpileser III, che dominò anche su Babilonia, e individuano l’autore in un assiro e non in un babilonese.
Sino a noi sono giunte quattro redazioni del poema: una neobabilonese, una neoassira (dalla biblioteca di Assurbanipal a Ninive) e una assira più antica, ai tempi in cui fioriva la capitale Assur, e infine una prebabilonese, di cui si conosce solo un piccolo frammento rinvenuto negli scavi di Kish. Ma anche i frammenti più antichi, di epoca prebabilonese, non possono comunque essere più antichi del regno di Hammurabi (1955 – 1913), periodo storico nel quale Marduk fu proclamato dio nazionale. E’ certo in ogni caso che il poema fu modellato su un racconto dedicato a Enlil, il dio della terra, il più potente prima di Marduk. La struttura e lo stile mostrano caratteri di forte unitarietà, e da qui vien da congetturare che l’opera sia stata scritta da un solo scriba. Molti racconti circolavano in Babilonia, intorno all’origine del mondo, la comparsa degli dei, degli animali, dell’uomo, le lotte primordiali fra i principi del bene e del male simboleggiato da mostri terribili. L’autore dell’Enuma Elish aveva quindi molto materiale da rielaborare. Il poema si chiude, al settimo canto, con un inno ai 50 nomi di Marduk, ed è questo un elemento che rafforza l’ipotesi che esso sia una rielaborazione del poema dedicato a Enlil: infatti il numero 50 era sacro a questo dio.
Riassumendo, la trama delle Enuma Elish è la seguente: Abzu e Tiamat, personificazioni divine delle acque dolci e delle acque salate, si mescolarono dando origine a nuovi dei che, a loro volta, ne generarono altri. Questi giovani disturbavano il sonno di Apsû che decise di ucciderli, contro il parere di Tiāmat, ma venne invece ucciso da uno di loro, Ea/Enki. Tiāmat, irata per il destino del suo sposo, mosse guerra agli altri dei alleandosi con il mostro Kingu e con altre divinità; soltanto Marduk, figlio di Ea/Enki, osò affrontarla, chiedendo in cambio di diventare re di tutti gli dei, e la uccise con una freccia. Poi ne tagliò in due il corpo: una parte diede origine al cielo e l'altra alla terra. Con il sangue di Kingu formò gli uomini perché servissero gli dei.