Capitolo 13°
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Zecharia Sitchin
Il Libro perduto del Dio Enki
Le Parole di Enki
SINOSSI DELLA QUARTA TAVOLETTA
- Gli abitanti di Nibiru accolgono con gioia la consegna, anche se piccola
- Gli esperimenti di usare l'oro come scudo atmosferico hanno successo
- Altri eroi vengono inviati sulla Terra muniti di nuove attrezzature
- L'estrazióne dell'oro dalle acque continua a deludere
- Eà scopre fonti d'oro da estrarre nelle profondità déll'Abzu
- Prima Enlil, poi Anu, scendono sulla Terra per prendere decisioni cruciali
- Mentr e i fratellastri litigano, la sorte stabilisce i compiti
- Ea, ribattezzato Enki (Signore della Terra), si reca nell'Abzu
- Enlil resta per creare degli impianti permanenti nell'Eden
- Quando Anu si prepara a partire, Alalu lo attacca
- I Sette che Giudicano esiliano Alalu su Lahmu
- Ninmah, figlia di Anu e ufficiale medico, viene inviata sulla Terra
- Facendo una sosta su Lahmu (Marte) trova Alalu morto
- Una roccia, scolpita con le sembianze del suo volto, è la sua tomba
- Ad Anzu viene assegnato il comando di una Stazione di Passaggio su Lahmu
Quarta Tavoletta
Capitolo 13°
Notizia dell'ascesa fu irradiata a Nibiru (800); col fiato sospeso Nibiru (800) restava in attesa. Con perizia Abgal (1201) guidava il Carro (1094). Compì un circuito attorno a Kingu (941), la Luna (941), per acquistare velocità grazie ai poteri della sua rete. Percorse mille leghe (679), diecimila leghe (679) verso Lahmu (660), per fare rotta su Nibiru (800) con il potere della sua rete. Oltre Lahmu (660) il Bracciale Martellato (817) era come un vortice. Con destrezza Abgal (1201) fece scintillare i Cristalli (961) di Ea (1030), per individuare i percorsi aperti. Su di lui vegliava con benevolenza l'Occhio del Fato (1054)! Oltre il Bracciale (817) il Carro (1094) riceveva i segnali irradiati da Nibiru (800): verso casa, verso casa era la direzione giusta.
Avanti, nell'oscurità, Nibiru (800) brillava di un colore rossastro; era una visione da togliere il respiro! Il Carro (1094) era ora guidato dai segnali irradiati. Tre volte orbitò attorno a Nibiru (800), per rallentare grazie alla forza della sua rete. Avvicinandosi al pianeta (800), Abgal (1201) riuscì a scorgere la frattura nella sua atmosfera. Si sentì stringere il cuore, pensava all'oro che stava trasportando. Passando attraverso la densa atmosfera, il Carro (1094) si surriscaldò, il calore era soffocante. Con perizia Abgal (1201) dispiegò le ali del carro, arrestandone così la discesa. Poco più in là vi era il Luogo dei Carri (1095), una vista rassicurante. Dolcemente Abgal (1201) fece discendere il carro in un luogo che i Raggi (1099a) avevano scelto per lui.
Aprì il portello; una grande folla era lì riunita! Anu (1020) andò verso di lui, lo abbracciò, con calore gli diede il benvenuto. Gli eroi si affrettarono a entrare nel Carro (1094), ne uscirono trasportando i recipienti colmi d'oro. Li tenevano in alto, sollevati sulle loro teste. Anu (1020) gridò parole di vittoria alla folla lì riunita: ecco la salvezza! Così diceva loro. Abgal (1201) fu condotto al palazzo, ivi fu scortato per riposare e raccontare ogni cosa. L'oro, visione invero abbagliante, venne subito preso in consegna dai saggi. Venne portato via per essere ridotto in polvere fine, da scagliare in alto nel cielo. La creazione durò tutto uno Shar (805), un altro Shar (805) proseguirono gli esperimenti. Con dei razzi la polvere venne scagliata verso il cielo, con i Raggi dei Cristalli (962) venne dispersa. Laddove prima c'era la frattura, ora essa era sanata! La gioia pervase il palazzo, ci si aspettava abbondanza nella regione. Anu (1020) irradiava parole di elogio verso la Terra (666): l'oro ci dona la salvezza! Che continui l'estrazione dell'oro!
Quando Nibiru (800) giunse nei pressi del Sole (650), la polvere d'oro fu disturbata dai suoi raggi. La riparazione dell'atmosfera si attenuò, ampia la frattura si riaprì. Anu (1020) ordinò allora ad Abgal (1201) di ritornare sulla Terra (56a); a bordo del Carro (1094) un numero ancora maggiore di eroi viaggiò. Nelle sue viscere venne stipato un numero ancora maggiore di Ciò che Risucchia (1069) ed Espelle le Acque (1068). A Nungal (1202) venne ordinato di unirsi a loro nel viaggio, per essere il copilota di Abgal (1201).
Grande fu la gioia quando Abgal (1201) ritornò a Eridu (1080). Molti furono i saluti e gli abbracci! Con attenzione Ea (1030) esaminò le nuove attrezzature per l'estrazione dall'acqua. Il sorriso era sul suo volto, ma il suo cuore era stretto in una morsa. Nel corso di uno Shar (805), Nungal (1202) era già pronto a ripartire a bordo del Carro (1094). Nelle sue viscere il Carro (1094) trasportava solo pochi recipienti colmi di oro. In cuor suo Ea (1030) già prediceva la delusione in agguato su Nibiru (800)!
Con Alalu (820) Ea (1030) ebbe uno scambio di opinioni; ciò che già sapevano discussero di nuovo: Se la Terra (666), la testa di Tiamat (650a), era stata troncata nella Battaglia Celeste (641), dov'era il collo, dove erano state tranciate le sue vene d'oro?
Dalle viscere della Terra (666) dove sporgevano le sue vene d'oro? A bordo della Camera Celeste (1094a) Ea (1030) sorvolò montagne e vallate. Con lo Scandaglio (1099) esaminò le terre, separate dagli oceani. E l'indicazione continuava a essere sempre la stessa: laddove il terreno asciutto era stato separato da un altro terreno asciutto, emergevano le viscere della Terra (666). Laddove la massa terrestre aveva la forma di un cuore, nella sua parte inferiore, le vene d'oro delle viscere della Terra (666) abbondavano! Ea (1030) chiamò la regione Abzu (1085), Luogo Natale dell'Oro (1085). Allora Ea (1030) irradiò ad Anu (1020) parole di saggezza: Di oro la Terra (666) è invero colma; dalle sue vene non dalle sue acque l'oro si deve estrarre. L'oro si deve estrarre dalle viscere della Terra (666), non dalle sue acque. Da una regione oltre l'oceano, Abzu (1085) sarà il suo nome, si potrà ricavare oro in abbondanza!
Nel palazzo ci fu grande stupore, i saggi e i consiglieri ponderarono le parole di Ea (1030). Quell'oro si deve estrarre! Su questo il consenso fu unanime. Su come ottenerlo dalle viscere della Terra (666), su ciò la discussione fu animata. Nell'assemblea un principe prese la parola: era Enlil (1040), il fratellastro di Ea (1030). Prima Alalu (820), poi Ea (1030), suo figlio in virtù del matrimonio, avevano riposto tutte le speranze nelle acque. Avevano fornito rassicurazioni sulla salvezza, garantita dall'oro estratto dalle acque. Shar (805) dopo Shar (805) abbiamo atteso tutti noi la salvezza. Ora ascoltiamo parole diverse, per intraprendere un compito oltremodo difficile, al di là di ogni immaginazione. Vi è bisogno della prova delle vene d'oro, si deve assicurare un piano che garantisca il successo! Queste parole rivolse Enlil (1040) all'assemblea; molti ascoltarono annuendo. Che Enlil (1040) scenda sulla Terra (666)! Così disse Anu (1020). Che si procuri la prova, che presenti un piano. Le sue parole saranno ascoltate, le sue parole saranno comando!
All'unanimità l'assemblea diede il consenso; la missione di Ea (1030) approvò. Con Alalgar (1203), suo capo luogotenente, Enlil (1040) parti alla volta della Terra (666); Alalgar (1203) era il suo pilota. A ciascuno dei due uomini venne affidata una Camera Celeste (1094a). Le parole di Anu (1020), il re, parole di decisione vennero irradiate sulla Terra: Enlil (1040) avrà il comando della missione, le sue parole saranno legge! Quando Enlil (1040) giunse sulla Terra (666), con calore Ea (1030) abbracciò il fratellastro. Ea (1030) accolse Enlil (1040) come un fratello accoglie il proprio fratello. Enlil (1040) si inchinò ad Alalu (820), Alalu (820) gli diede il benvenuto con parole poco calorose. Gli eroi gridarono parole di caldo benvenuto a Enlil (1040); grandi erano le loro aspettative dal loro comandante.
Prontamente Enlil (1040) ordinò di assemblare le Camere Celesti (1094a). In una Camera Celeste (1094a) si alzò in volo; Alalgar (1203), il suo capo luogotenente, era con lui come pilota. Ea (1030), a bordo di una Camera Celeste (1094a), pilotata da Abgal (1201), mostrò loro la strada fino all'Abzu (1085). Compirono una ricognizione sulle terre asciutte, con attenzione perlustrarono gli oceani. Scandagliarono le terre dal Mare Superiore (600_a) fino al Mare Inferiore (610_a). Presero nota di tutto ciò che era sopra e di tutto ciò che era sotto. Esaminarono il suolo dell'Abzu (1085). Vi era davvero l'oro: era frammisto a terra e a rocce. Non era raffinato come quello delle acque, in un miscuglio era nascosto.
Tornarono a Eridu (1080); rifletterono su ciò che avevano trovato. A Eridu (1080) devono essere affidati nuovi compiti, non può restare unica sulla Terra (666)! Così parlava Enlil (1040); formulò un grande progetto, propose una grande missione: di portare più eroi, di creare più insediamenti, per estrarre l'oro dalle viscere della Terra (666), per separare l'oro dal miscuglio, per trasportarlo a bordo di Navi Celesti (1094a) e di Carri (1094), per assolvere compiti partendo dai Luoghi di Atterraggio (1095).
Chi sarà responsabile degli insediamenti, chi assumerà il comando dell'Abzu (1085)? Così Ea (1030) chiedeva ad Enlil (1040). Chi si assumerà il comando di una Eridu (1080) così ampliata, chi controllerà gli insediamenti? Così parlava Alalu (820). Chi assumerà il comando delle Navi Celesti (1094a) e del Luogo di Atterraggio (1095)? Così chiedeva Anzu (1150).