Ordinatore del mondo
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Enki, ordinatore del mondo
Signore! Sublime in tutto l'universo! Sovrano per natura! Oh venerabile Enki, nato dal Toro, generato dall'Uro, caro ad Enlil, la Grande-montagna, beneamato dal Santo An! Oh re! Albero-mes piantato nell'Apsu e dominante la terra, eretto in Eridu come un drago altero e la cui ombra ripara il mondo! Frutteto che estende i suoi rami sul paese intero! Enki, signore della ricchezza per gli Anunna!
Nudimmud, onnipotente nell'Ekur, che tutto può nel cielo e nella terra, tu il cui [Palazzo] senza confronto, edificato nell'Apsu, costituisce l'albero maestro del mondo! Con un sol battito di ciglia, Enki, sconvolgi la Montagna da cui provengono [uri] e cervi, cinghiali e maiali selvatici! Fino ai [...], alle praterie, ai precipizi montani, fino ai cieli cangianti ed impenetrabili porti i tuoi sguardi simili a canne halhal! Sei tu che numeri i giorni, poni in ordine i mesi, completi gli anni, e, quando (ciascuno) si conclude, esponi al consiglio la decisione giusta e pronunci, davanti a tutti, la sentenza"!
Oh venerabile Enki, il sovrano di tutti gli uomini, Sei tu! Nòn appena tu parli, tutto abbonda e l'opulenza giunge sulla terra! ... I tuoi rami, grevi di frutti che hai [...], ornano e arricchiscono il c degli dèi! Il tuo [...] è come un albero (?) della foresta, come una lunga veste di lana (?)! Le tue pecore e i tuoi agnelli di prima scelta ornano e arricchiscono il [...], e quando il [...] ha lavorato (?) i tuoi campi preparati, covoni e covoni di grano vi sono ammassati, [ai tuoi ordini]! [Nelle campagne], ovili e stalle dispensano il latte grasso, il pecoraio modula piacevolmente la sua canzone, iI pastore scuote con pazienza il suo otre di latte per farne burro, e tu, disponi secondo i riti tutti i loro prodotti nei piatti, per la sala in cui pranzano gli dèi! La tua parola riempie di forza il giovane uomo: simile ad un toro, picchia le corna nell'arena! Ai tuoi ordini, la giovane donna aggiusta sul capo la sua splendida acconciatura, che tutti, ovunque, ammirano!
[...][...] lacunosi e intraducibili.
Enlil, la Grande-montagna, ti ha concesso di rallegrare e tenere in letizia signori e re! [Enki], signore della ricchezza e del saper vivere, [Signore] caro ad An, ornamento di Eridu! Tu che mediti ordini e decisioni, che fissi consapevolmente i destini! Tu che fermi [...] giorni; che metti a posto i mesi, che fai misurare il cielo alle stelle, di cui conosci il numero! Tu che hai posto i popoli nella loro dimora e ti curi che seguano ti loro pastore!
[...][...] lacunosi e intraducibili.
Tu che fai lasciar loro a casa le armi [...] garantendo cosi di vivere in pace! Quando il venerabile Enki percorre la terra seminata, essa produce abbondanti cereali! Quando Nudimmud viene a visitare le nostre pecore gravide, esse partoriscono agnelli grassi! Quando viene a visitare le nostre vacche fecondate, esse partoriscono vitelli sani! Quando viene a visitare le nostre capre pregne, esse partoriscono capretti ben in carne! Quando vieni a visitare i nostri campi e le nostre campagne, sull'altopiano ammucchi il grano, a covoni e cumuli. Basta che tu li avvicini, I luoghi più aridi del paese [si mutano in pascoli verdeggianti]!
[...] perduto.
A buon diritto, nella sua maestà, Enki, re dell'Apsù, si rendeva gloria con queste parole: “ Mio padre, il sovrano del cielo e della terra, Mi ha posto al rango più alto dell'universo! Mio fratello maggiore, il re di ogni paese, ha radunato nelle mie mani tutti i Poteri, e dall'Ekur, il tempio di Enlil, ho portato a Eridu, nel mio Apsù, tutte le arti! Io sono l'erede legittimo, nato dal Toro, iI figlio che fa onore ad An! Io sono l'enorme uragano venuto da sotto terra, sono il grande Signore del paese, iI primo dei re, il padre del mondo, il fratello maggiore degli dèi, il creatore della ricchezza, il cancelliere dell'universo, l'accortezza e l'ingegnosità supreme (?), colui che, a fianco di An, sul suo podio, rende giustizia, colui che, per fissarne il destino, scruta la terra, da pari con Enlil: è lui che mi ha affidato questo incarico fino ai confini del mondo! Io sono il vero prescelto di Nintu, colui che ha ricevuto da Ninhursag un nome propizio, il capo degli Anunna, iI più importante figlio di An che fa onore a suo padre!”.
E quando il Signore ebbe, in questo modo, proclamato la sua superiorità e il grande Principe celebrato la propria glorificazione, gli Anunna, in piedi davanti a lui, lo pregarono e lo invocarono cosi: “Signore che custodisci tutte le arti, esperto nelle decisioni, degno di approvazione, Oh Enki, gloria a te!”
Tanto ne fu soddisfatto che una seconda volta Enki, re dell'Apsù, in tutta la sua maestà, si glorificò in questo modo: “ Sono io il Signore dall'ordine indiscutibile, al rango più alto dell'universo! Al mio comando sono state costruite le mangiatoie, e recintati gli ovili! Se tocco il cielo, ne scaturisce una pioggia di ricchezza; se tocco la terra, ecco la crescita; se tocco i prati verdeggianti, covoni e mucchi di grano sono ammassati, ai miei ordini! In un luogo santo, ho edificato il mio palazzo, il mio santuario, e gli ho donato un nome propizio! Nel [...], ho eretto il mio Apsù, il mio santuario, e gli ho fissato un destino felice! L'ombra di questo palazzo si estende sulla laguna addormentata, dove, fra le “piante dolci”, i pesci agitano i loro barbigli; fra le “piccole canne”, le carpe guizzano muovendo la coda, e gli uccelletti tutti insieme cinguettano nei loro nidi, i responsabili del santuario osservano alla mia presenza il silenzio, e nel [...], essi vengono a me, Enki! Gli Apkallu [...] Gli Enkum [...] davanti a me si purificano nell'acqua [...]! Canti sacri e preghiere riempiono il mio Apsù! La mia barca, la “Corona”, lo “Stambecco dell'Apsù”, mi trasporta allegramente là dove voglio andare: sulla santa laguna. Essa bilancia i suoi fianchi, leva verso di me (?) la sua “nuca”. I suoi rematori sanno cosi bene vogare, cantando, che il fiume ne è felice! E Nimgirsig, il capitano, leva la sua bacchetta d'oro per governare lo “Stambecco dell'Apsù”, la mia barca! lo, il Signore, sto per partire! Vado a raggiungere il mio paese [...], io Enki! Vado [...], io, il signore dei destini! [...][...][...][...][...] I paesi di Magan e di Dilmun si volgeranno verso di me, Enki, e armare fino a cielo quelli di Magan! Le navi da carico di Meluhha trasporteranno oro e argento, fino a Nippur, per Enlil, re di tutti i paesi! Quanto a coloro che non hanno né città né case, ai Martu, io offrirò le greggi in sorte! ”.
Rivolgendosi allora al grande Principe che partiva a visitare il suo paese, gli Anunna parlarono cortesemente: “ Oh Signore! signore dei grandi Poteri, dei santi Poteri! Incaricato dei grandi Poteri, dei Poteri innumerevoli! Oh tu, il più glorioso nell'immenso universo, tu che, per Eridu, il santo luogo, hai riservato i Poteri più alti, Enki, signore dell'universo, gloria a te! ”.
Allora, per il grande Principe che partiva a visitare il suo paese, tutti i signori e tutti i re, tutti gli esorcisti di Eridu, Tutti i “vestiti di lino” di Sumer, compirono le liturgie lustrali dell'Apsù, in piedi nel santo luogo, il luogo senza confronti, riservato al venerabile Enki, aspersero d'acqua la vasta dimora del Principe: una stanza dopo l'altra; lavavano l'Apsu, il nobile santuario, facendovi passare lunghi rami di ginepro, pianta sacra;
Essi restauravano il [...] sacro: passaggio riservato a Enki! Dopo di che prepararono la passerella di Eridu che porta alla banchina-splendida, e una volta ancorato lo “Stambecco dell'Apsù” a questa banchina santa e famosa, vi prepararono la composizione santa dell'usga, recitandovi, per Enki, preghiere su preghiere!
[...][...][...][...][...][...][...][...][...][...] E tra le «piccole canne», le carpe guizzavano muovendo la coda! Si levò allora nell'Apsù il grande Stendardo, il Parasole che protegge, ricopre il territorio intero e rassicura le genti!
Dominando la laguna, si levò il grande Mat innalzato sull'universo! Poi il Signore, grande Principe dell'Apsù, in piedi sullo “Stambecco dell'Apsù”, diede le sue istruzioni! Diritto e magnifico, come un albero-mes piantato nell'Apsù, lui che, per Eridu, il luogo santo, il luogo senza confronti, aveva riservato i poteri più alti, l'altissimo Ispettore della terra, il «figlio» di Enlil, impugnò la gaffa sacra! E l'Eroe, volgendosi con fierezza verso l'Apsu (?)
[...][...][...][...][...][...][...][...] II capitano Nimgirsig, di fronte al Signore, levò la sua verga d'oro, mentre i cinquanta Lahamu si rivolgevano (a Enki) cortesemente, e i rematori [...], simili ad uccelli-hagam. Procedeva maestosamente il Re: Enki il venerabile si avvicinava al paese, affinché, in seguito alla visita del grande Principe, la ricchezza vi prevalesse ovunque! Ne fissò dunque il destino in questi termini: “ Oh Sumer, grande paese, territorio immenso, avvolto da luce eterna, tu che dispensi i Poteri a tutti i popoli, dall'Oriente all’Occidente! Sublimi e inaccessibili sono i tuoi Poteri. II tuo cuore è pieno di mistero, insondabile. La tua abilità inventiva, che può creare anche gli dèi (!), è protetta da ogni oltraggio come il cielo: ella fa nascere, e i re, che cinge di un autentico diadema, e i sacerdoti che portano il turbante! Eccelso, il tuo Signore siede fianco a fianco con An, sul suo Podio! II tuo re, il venerabile Enlil, la Grande-montagna, Padre dell'universo, ti ha ammantellato di [...] che sembra un albero verdeggiante! Gli Anunna, i grandi dèi, che hanno presso di te dimora, fanno festa nel tuo giguna fra ogni tipo di buon profumo! Oh casa di Sumer, ti saranno edificate numerose stalle e si moltiplicheranno le tue vacche! Ti saranno costruiti ovili in gran numero; innumerevoli saranno le tue pecore! Il tuo giguna toccherà le nuvole, il tuo vero santuario s'innalzerà fino al cielo, e gli Anunna vi fisseranno i destini!”.
Poi, giunto ad Ur, la città santa, Enki, re dellApsu, ne fissò il destino: “ Città perfetta in tutto, i piedi nell'acqua, toro potente, ricco podio che domini la terra, alta come montagna, boschetto profumato, dalla vasta ombra, certa della tua forza, i Poteri a te destinati ti esaudiranno! Infatti Enlil, la Grande-montagna, ha pronunciato davanti all'universo il tuo nome sublime! Oh città di cui Enki fisserà il destino, Oh città santa di Ur, sarai elevata fino al cielo! ”.
Poi, giunto al paese di Meluhha, Enki, re dell'Àpsu, ne fissò il destino: “Oh paese scuro”, i tuoi alberi saranno folti, le tue foreste formate di mes locali! I seggi che ne saranno fabbricati, avranno degno posto nei palazzi dei re! Le tue canne saranno resistenti, le tue canne indigene: I prodi le brandiranno come armi sui campi di battaglia! Potenti saranno i tuoi tori, i tuoi tori nativi, iI loro muggito sarà simile a quello dei tori di montagna! Grandi Poteri degli dèi son preparati per te! I tuoi francolini avranno tutti un piumaggio di cornalina, I tuoi uccelli saranno tutti pavoni, i cui gridi riempiranno i palazzi dei re! Tutto il tuo argento sarà oro, e il tuo rame, bronzo! Oh terra, il tuo raccolto sarà sovrabbondante, la tua popolazione si moltiplicherà, e ogni tuo uomo sarà un toro per gli altri! [...] ”.
(E?) Enki ripulì e purificò il paese di Dilmun, Che affidò a Ninsikila. Al tempio principale del paese, assegnò le lagune, perché se ne mangiasse il pesce; E alla terra coltivabile, assegnò i palmeti, perché se ne consumassero i datteri!
[Subito egli decise (?),] per l'Elam e il Marhàsi, [Quei paesi bellicosi] e che tutto (?) divorano, che il sovrano, dotato da Enlil del potere sul paese, ne avrebbe distrutto le dimore, demolito le fortezze, e portato a Enlil, Re dell'universo, a Nippur, il loro argento, il loro lapislazzuli, e (tutti) i loro tesori!
Quanto a coloro che non hanno né città né case, i Martu, egli attribuì' loro le greggi in sorte! Quando, da tutti questi luoghi, Egli ebbe distolto la sua attenzione, e il venerabile Enki l'ebbe rivolta all'Eufrate, si piantò sui suoi piedi, come un toro impaziente, il suo pene si eresse, eiaculò, e riempi d'acqua cangiante il fiume, come se fosse stata una vacca, al pascolo, che muggisce dietro al suo vitello rimasto nella stalla [...]. Il Tigri, subito, si sottomise a lui, come un toro impaziente che, con il pene eretto, produce il “ dono di nozze ”: Quale un uro gigantesco che vuole accoppiarsi, fece godere il Tigri, e l'acqua che egli così produsse è cangiante, soave e inebriante; il grano che egli produsse in tal modo è fitto e fecondo! Cosi, colmò di ricchezze la casa di Enlil, e, grazie a lui, Enlil si rallegrò, Nippur fu piena di allegria!
Enki si cinse allora del diadema sovrano e si copri il capo con la tiara reale, poi, dopo aver toccato il suolo con la mano sinistra, la ricchezza zampillò dalla terra, (ed è) colui che tiene la Verga nella mano destra, colui che proclama lietamente le parole adatte a far mescolare fra loro (le acque) del Tigri e dell'Eufrate, colui che fa stillare dal Palazzo la prosperità, come olio, (è) Enbilulu, l'Ispettore delle vie d'acqua, (che) il Signore che assegna i destini, Enki re dell'Apsù, prepose ai due fiumi.
Poi evocò la laguna, che forni di pesci [...], E il canneto, che forni di canne, secche e tenere [...][...][...] (ed è) colui/colei alle cui reti non sfugge alcun pesce, alle cui tagliole non sfugge un solo animale, alle cui trappole non sfugge un solo uccello, Il Figlio/figlia di [...], Nanna [?], amato(a) dai pesci, (che) Enki prepose alla laguna.
Poi eresse un tempio, un prezioso e labirintico santuario: lo eresse in alto mare, questo santuario dalla pianta fantastica, intricata come una treccia, la cui parte bassa sembrava la costellazione di Pegaso, e la parte alta, quella del Carro, [circondato (?) da] onde agitate, dotato di splendore soprannaturale incredibile e a cui anche gli Anunna, i grandi dèi, non osano neppure avvicinarsi!
Egli vi stabilì [...], ed il palazzo fu pieno di gioie, e gli Anunna, in piedi davanti a lui, lo pregavano e lo invocavano! Nel tempio del mare, essi innalzarono per Enki un alto Podio, per il Signore [...] Ed il grande Principe [...] L'uccello [...].
Egli colmò di ricchezze l'Ekur, dimora di Enlil, il quale, grazie ad Enki, si rallegrò, e Nippur fu piena di allegria! (Ed è) colei che cavalca [...] nel prezioso santuario. Colei che induce all'accoppiamento (?)[...], la grande Onda marina, la lunga Onda, il Maremoto, uscita dal profondo delle onde (?) del Mare, la Signora di Sirara, Nanse, la venerabile, che Enki prepose al Mare in tutta la sua vastità.
Subito, evocò la Pioggia, l'Acqua celeste, che collocò là in alto, sotto forma di nuvole, fluttuanti; e spinse lontano fino all'orizzonte il soffio che le muove, per trasformare le terre incolte in campi di cereali.
(Ed è) colui che cavalca le tempeste, che scaglia il Fulmine, colui che chiude il cielo con la sua maestosa sbarra, Il figlio di An, l'Ispettore dell'universo, Iskur, signore dell'abbondanza (?), (che) Enki prepose loro.
Enki apprestò quindi l'aratro, con il giogo e l'attacco che il grande Principe aveva formato con buoi dalle lunghe corna, per aprire il nobile solco e far nascere il grano nei campi coltivati.
(Ed è) il signore incoronato dall'“ornamento della pianura”, l'abile colono di Enlil, Enkimdu, il protettore dei solchi e degli argini di terra, (che) egli prepose all’(Agricoltura).
Poi il Signore si volse al Campo coltivato e lo forni di gunu, lo forni di vecce, di lenticchie, di [fave (?)], e vi ammonticchiò mucchi di èstub, di gunu, di innuba. Vi moltiplicò i covoni ed i cumuli di fieno, e, per Enlil, diffuse nel paese la ricchezza!
(Ed è) la Signora dalla testa e dal corpo maculati, dal viso da cui stilla il miele, colei che spinge gli animali ad accoppiarsi, il vigore del paese, la vita delle teste-nere, (e) Asnan, il Buon grano, il Pane universale, (che) egli prepose ai (Cereali)!
Poi il grande Principe fissò con una corda la zappa, dispose la cassaforma per i mattoni e tagliò, come nel burro, pezzetti nell'argilla mescolata alla paglia.
(Ed è) il dio dalla zappa bidente, simile ad un serpente [...], ed il cui pesante stampo per i mattoni è [...] parallelo(i), Kulla, che dispone abilmente i mattoni tolti dalla forma, (che) egli prepose a questa costruzione.
Poi tirò la cordicella, tracciò fondazioni rettilinee, e, secondo il volere dell'Assemblea, disegnò una casa per cui fece compiere i riti lustrali (preliminari).
Dopo di che il grande Principe ne scavò le fondazioni e vi pose sopra, la muratura in mattoni.
(Ed è) il dio dei corsi incrollabili, degli edifici che non crollano mai, e le cui impalcature (?), come un arcobaleno, toccano il firmamento, Musdamma il Gran muratore di Enlil, (che) egli prepose (a quest'arte).
Poi posò sulla pianura immensa una nobile corona; applicò alla steppa un manto di lapislazzuli, vi mise un diadema di lapislazzuli, e dotò la terra fertile di una lussureggiante distesa erbosa; vi accrebbe le greggi e ve le pose comodamente, moltiplicando fra i pascoli arieti e pecore (?) che fece accoppiare!
Ed è il Campione, la Corona della steppa. il re della pianura, il grande leone della landa, la stretta sublime e potente di Enlil, Sakan, il re della “montagna”, (che) egli prepose a (la vita pastorale).
Subito, costruì le stalle e ne regolò la manutenzione; edificò gli ovili che dotò del miglior latte grasso! Rifornì cosi generosamente la mensa degli dèi e nella steppa verdeggiante diffuse l'agiatezza! (Ed è) il re, il fedele fornitore dell'Eanna, l'amico di An, il “genero” beneamato di Sin il prode, l'amante della santa Inanna,
— Signora e regina di tutti i grandi Poteri, colei che spinge all'amore fra le strade di Kul'aba.
— (È) Dumuzi, Usumgalanna, l'amico di An, (che) prepose a (la Pastorizia)!
Cosi colmò di ricchezze l'Ekur, la dimora di Enlil, e grazie a lui Enlil si rallegrò e Nippur fu piena di allegria!
Poi costituì il catasto e segnò il terreno con picchetti. Ed Enki, per gli Anunna, fissò le ubicazioni delle loro dimore nella città, e dei loro possedimenti terreni! (Ed è) l'eroe, il toro venuto dal bosco odoroso, il leone ruggente, Utu, valoroso, il toro vigoroso che fa con orgoglio mostra della sua potenza, iI padre della “ Grande Città “, ad Oriente, il gran messaggero di An il santo, il giudice, colui che emette le sentenze al posto degli dèi. Colui che, ornato di barba di lapislazzuli, sale dall'orizzonte al cielo, Utu, il figlio di Ningal (che) prepose a (l'universo intero).
Egli, poi, tese l'ordito e dispose la trama ed Enki, in questo modo, regolamentò alla perfezione, l'arte femminile per eccellenza (?)!
Così, grazie ad Enki, si confezionano abiti preziosi! (Ed è) l'ornamento dei palazzi, il gioiello dei re, Uttu, la fedele, la silenziosa, (che) prepose (a questo settore)!
Allora, colei che non aveva ricevuto alcun incarico, la [santa (?)] Inanna, la fanciulla, che non aveva ricevuto alcun incarico, se ne venne a trovare suo padre, Enki, e si mise a protestare (?) in lacrime, con gran strepiti: “ Di tutti gli Anunna, i grandi dèi, Enlil ti ha lasciato libero di fissare il destino! Ma io, la Donna, perché trattarmi diversamente, io sola? Io, la santa Inanna, quali saranno le mie funzioni?
Aruru, sorella di Enlil, detta anche Nintu, protettrice della Nascita, ha ricevuto, come simbolo della sua prerogativa, il mattone sacro del parto; Ella tiene il taglia-cordone ombelicale, la pietra d'Imman, il “pozzo” (?); ha ricevuto il silagarra, il vaso di lapislazzuli verde, ha ricevuto la santa ala, recipiente consacrato: È così diventata la Levatrice del mondo, e la nascita dei re e dei signori a lei è stata affidata!
La mia nobile sorella, la santa Ninisinna, ha ricevuto l'insegna di pietra-suba ed è cosi diventata la Ierodula di An: Si tiene a sua disposizione, e lui le dice ad alta voce ciò che desidera il suo cuore!
La mia nobile sorella Ninmug ha ricevuto lo scalpello d’oro, il martello d'argento, il grande coltello di selce, ed è diventata, per il paese, l'Artista del legno e del metallo, capace di creare i re, cingendoli di un diadema eterno, e posando la corona sul capo del legittimo signore!
La mia nobile sorella, la santa Nisaba ha ricevuto il regolo per misurare, e tiene al suo fianco il campione di pesi e misure di lapislazzuli; diffonde i grandi Poteri, fissa le frontiere, segna i confini: è diventata la Segretaria del paese, e anche la contabilità dei pasti degli dèi Ie è stata affidata!
Nanse, la grande Signora, ai cui piedi si posa la civetta (?), è diventata la responsabile di ciò che il mare produce: Pesci di prima qualità ed uccelli dei più gustosi, ella li dona a suo padre Enlil, a Nippur!
Ed io, la donna, perché trattarmi diversamente, io sola? Io, la santa Inanna, quali saranno le mie funzioni?”.
Ed Enki, rispose alla santa Inanna, sua “figlia”: “Cosa mai ti è negato? Cosa mai ti è negato, mia Signora? Che potremmo noi ancora conferirti
-Oh giovane Inanna, cosa mai ti è negato? Che potremmo noi ancora darti? Sei tu che proclami [...), tu per cui si è preparato il [...] in vista di [...], tu che porti l'abito “ Vigore dei maschi ”, tu che decidi le parole che bisogna pronunciare, tu che detieni Verga, Bastone ed il Pastorale! Cosa mai ti è negato, oh giovane Inanna? Sei tu che prepari e annunci battaglie e guerre! Nel pieno del combattimento, sei tu - senza essere tuttavia uccello del malaugurio! - che pronunci le parole a cui non v'è riparo!
Sei tu che pieghi ciò che è diritto, e raddrizzi ciò che è storto! Che ti rivesti e ti orni di lino, tu che tessi la lana, che fili con il fuso, tu che intrecci i fili colorati!. Ammucchi come granelli di polvere le teste mozzate, le sparpagli come semenza! Spazzi via dalla terra ciò che non dovrebbe esserne spazzato via, Inanna! Togli, dal tamburo (?) delle lamentazioni, il panno che lo ricopre, e rimetti nella loro custodia, oh vergine Inanna, sia il tigi che l'adab trascinanti, senza stancarti mai degli sguardi di coloro che ti ammirano!
Oh giovane Inanna, tu non sai dunque “Legare le corde per i pozzi profondi?” Ma, ora, il cuore di Enlil è traboccato: Ha riordinato il paese! Il cuore di Enlil è traboccato: ha riordinato il paese poiché il suo cuore trabocca di (benevolenza) verso gli uomini, non mettere più dunque [...][...][...][...][...][...][...][...][...][...][...][...][...][...][...][...][...]