Capitolo 22°
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Zecharia Sitchin
Il Libro perduto del Dio Enki
Le Parole di Enki
Sesta Tavoletta
Capitolo 22°
Questo è ora il racconto di come venne creato il Lavoratore Primitivo (1074), e di come Enki (1030) e Ninmah (1050) forgiarono l'Essere con l'aiuto di Ningishzidda (1031d).
Bisogna tentare di combinare le essenze in un altro modo. Così disse Ninmah (1050). Bisogna trovare un altro modo per combinare i filamenti delle due essenze. Quello che è parte della Terra (666) non deve essere danneggiato. Deve essere forgiato così da ricevere per gradi la nostra essenza. Si può tentare di ottenerlo solo poco per volta dalle formule del ME (680) dell'essenza di Nibiru (800)! In un contenitore di cristallo Ninmah (1050) preparava una mistura, dolcemente vi depose l'ovulo di una femmina bipede. Fecondò l'ovulo con il ME (680) che conteneva il seme degli Anunnaki (1072). Reinserì l'ovulo nel grembo della donna bipede. Questa volta vi fu concepimento, una nascita era invero imminente! I capi attesero l'epoca prevista per la nascita, con i cuori trepidanti attendevano il risultato. II momento tanto atteso giunse, ma non vi fu nascita!
Disperata, Ninmah (1050) praticò un taglio, con le pinze estrasse ciò che era stato concepito. Era un essere vivente! Di gioia Enki (1030) urlò. Ci siamo riusciti! Così esultò Ningishzidda (1031d). Nelle sue mani Ninmah (1050) teneva il neonato, ma lei non esultava: la creatura appena nata era tutta ricoperta di peli, le membra anteriori erano simili a quelle delle creature della Terra (666). Le membra posteriori erano più simili a quelle degli Anunnaki (1072). Lasciarono che la femmina bipede allattasse il piccolo, che lo nutrisse con il suo latte. La creatura cresceva rapidamente, un giorno di Nibiru (800) era un mese nell'Abzu (1085). Il figlio della Terra (666) divenne più alto, non somigliava però agli Anunnaki (1072). Le sue mani non erano adatte a tenere in mano strumenti, il suo parlare era soltanto un grugnito! Dobbiamo riprovare ancora una volta! Così disse Ninmah (1050). La mistura deve essere modificata. Che io metta alla prova il ME (680), che io possa provare con questo o quel ME (680)! Assistita da Enki (1030) e Ningishzidda (1031d), il procedimento venne ripetuto.
Ninmah (1050) esaminò accuratamente le essenze nel ME (680). Da una ne prelevò un frammento, da un'altra ne prelevò un altro. Poi nel contenitore di cristallo fecondò l'ovulo di una femmina terrestre. Vi fu il concepimento, al momento giusto vi fu la nascita! Questa creatura somigliava di più agli Anunnaki (1072). La fecero allattare dalla madre, attesero che la creatura appena nata si sviluppasse. Il suo aspetto era affascinante, le sue mani forgiate per tenere strumenti. Controllarono i suoi sensi, scoprirono che non funzionavano. Il neonato della Terra (666) non era in grado di sentire, la sua vista era incerta. Molte volte ancora Ninmah (1050) modificò la mistura, mille frammenti prese delle formule del ME (680). Un Essere aveva piedi paralizzati, un altro stillava il seme. Un altro aveva mani tremanti, un altro ancora aveva il fegato che mal funzionava. Uno aveva mani troppo piccole per raggiungere la bocca, un altro aveva polmoni non adatti alla respirazione. Enki (1030) era deluso dai risultati. Non riusciamo a ottenere un Lavoratore Primitivo (1074). Così diceva a Ninmah (1050). Con questi esperimenti tento di scoprire in questi Esseri ciò che è buono e ciò che non lo è! Così disse Ninmah (1050) a Enki (1030). Il mio cuore mi sprona a proseguire. Ancora una volta preparò la mistura, ancora una volta il neonato non era perfetto. E se il difetto non fosse nella mistura ? Così le chiese Enki (1030). E se l'impedimento non fosse né nella femmina, né nelle essenze? Forse manca proprio ciò di cui la Terra (666) stessa è fatta? Non usare contenitori fatti con i cristalli di Nibiru (800), plasmali con l'argilla della Terra (666)! Queste parole rivolse Enki (1030) a Ninmah (1050), illuminato da grande saggezza. Forse è necessaria la mistura stessa della Terra (666), la mistura di oro e rame !
Così Enki (1030), Colui Che Conosce le Cose (1), la incitò a utilizzare l'argilla dell'Abzu (1085). Nella Casa della Vita (1087) Ninmah (1050) creò un contenitore, con l'argilla dell'Abzu (1085) lo forgiò. Gli dette la forma di un bagno purificatore, così da creare al suo interno la mistura. Dolcemente introdusse nel contenitore di argilla l'ovulo di una femmina terrestre, di una femmina bipede. Introdusse nel contenitore l'essenza della vita estratta dal sangue di un Anunnaki (1072). L'essenza fu creata in base alle formule del ME (680); frammento dopo frammento venne aggiunta nel contenitore. Poi depose l'ovulo così fecondato nel grembo di una femmina terrestre. Ecco il concepimento! Ninmah (1050) annunciò con gioia. Attesero il momento previsto per la nascita. Al momento previsto la femmina terrestre entrò in travaglio. Stava nascendo una creatura, un neonato! Con le sue stesse mani Ninmah (1050) estrasse la creatura: era un maschio! Nelle sue mani teneva il bambino, ne esaminò l'aspetto; era l'immagine stessa della perfezione. Nelle sue mani teneva il bambino; Enki (1030) e Ninghishzidda (1031d) erano presenti. I tre capi scoppiarono in risate gioiose. Enki (1030) e Ningishzidda (1031d) si congratulavano l'uno con l'altro dandosi gran manate sulle spalle. Enki (1030) abbracciò e baciò Ninmah (1050). Le tue mani lo hanno forgiato! Enki (1030) le disse con gli occhi scintillanti. Affidarono la creatura alla madre affinché lo allattasse; cresceva più rapidamente di quelle su Nibiru (800).
Di mese in mese il bambino compiva progressi, crebbe costantemente fino a svilupparsi. I suoi arti erano perfetti, ma non sapeva parlare. Non sapeva parlare, emetteva solo grugniti e mugolii! Enki (1030) rifletté sul problema, esaminò tutte le fasi della creazione, ripensò alla mistura. Di tutto ciò che abbiamo provato e modificato, solo una cosa non è stata mai cambiata! Così disse a Ninmah (1050): L'ovulo fecondato è sempre stato impiantato nel grembo di una femmina terrestre. Forse questo è l'ultimo ostacolo! Così disse Enki (1030). Ninmah (1050) guardò Enki (1030), lo osservò con sconcerto. In verità di cosa parli? Da lui esigeva una risposta. Parlo del grembo materno! Così le rispose Enki (1030). Di colei che nutre l'ovulo fecondato, di colei che dà la nascita. Perché abbia le nostre sembianze, forse è necessario il grembo di una femmina Anunnaki (1072)! II silenzio calò nella Casa della Vita (1087); Enki (1030) pronunciava parole mai dette prima! Si osservarono l'un l'altro, per capire cosa ciascuno pensasse in cuor suo. Le tue parole sono sagge, fratello mio! Disse infine Ninmah (1050). Forse la mistura giusta è stata inserita nel grembo sbagliato. Dove è dunque la femmina Anunnaki (1072) che offrirà il suo grembo? Per creare forse il Lavoratore Primitivo (1074), per portare forse nel proprio grembo un mostro? Così domandava Ninmah (1050) con voce tremante. Che io chieda questo sacrificio a Ninki (1030a), la mia sposa! Così diceva Enki (1030). Che sia convocata alla Casa della Vita (1087), che le sia esposto il problema. Stava per andarsene, quando Ninmah (1050) gli pose la mano sulla spalla: No! No! Così Ninmah (1050) supplicò Enki (1030). Io ho creato le misture, a me spettano sia la ricompensa che i rischi! Sarò io a offrire l'utero Anunnaki (1072), per affrontare il fato nel bene e nel male! Enki (1030) chinò il capo, dolcemente la abbracciò. Che così sia! Così le disse.
Prepararono ancora una volta la mistura nel contenitore di argilla. L'ovulo di una femmina terrestre combinarono con l'essenza di un maschio Anunnaki (1072). Enki (1030) inserì l'ovulo così fecondato nell'utero di Ninmah (1050); vi fu concepimento! Quanto durerà la gravidanza, così concepita con una mistura? Così si interrogavano. Saranno nove mesi di Nibiru (800), o saranno nove mesi della Terra (666)? Più tardi di quello della Terra (666), più in fretta di quello di Nibiru (800) giunse il momento del travaglio; Ninmah (1050) dette alla luce un maschio! Enki (1030) teneva nelle sue mani il bambino; era l'immagine stessa della perfezione. Batté il bambino sul sederino; il bambino emise un bel vagito! Depose il neonato fra le braccia di Ninmah (1050); lei lo tenne fra le mani. Le mie mani l'hanno fatto! Così esclamò vittoriosa!