Enuma Elish 2°
Epica > Marduk
Tavola 2°
Enuma Elish
Tiamat, avendo
dunque aizzato la sua progenie, riunì le truppe per la battaglia contro gli
dèi, sua discendenza! Ormai più di Apsu, Tiamat si mostrò malvagia!
Fu spiegato ad Ea che
ella bardava le sue milizie. Quando dunque Ea apprese questo fatto,
inizialmente senza muoversi, attonito, rimase sbalordito. Ma, dopo aver
riflettuto e calmata le sua rabbia, andò di persona davanti a suo nonno, Anshar.
Giunto in presenza di
Anshar, padre del suo genitore, ripetè, anche a lui, tutto ciò che Tiamat aveva
ordito: “Padre mio, Tiamat, nostra genitrice, ci ha preso in odio. Avendo
tenuto consiglio, freme con furia e i suoi dèi, al completo, la circondano:
anche tra quelli che voi avete creato, alcuni sono passati dalla sua parte! In
piedi in cerchio intorno a Tiamat, furibondi, complottano senza sosta, notte e
giorno, aizzandosi al combattimento. Battendo i piedi, arrabbiati, hanno tenuto
un consiglio per programmare la guerra.
La Madre-abisso, che
tutto ha formato, ha preparato armi irresistibili: ha messo al mondo dragoni
giganti dai denti aguzzi, dalle zanne (?) spietate, a cui a riempito il corpo
di veleno al posto del sangue; e (ha messo al mondo) leviatani feroci, a cui ha
dato aspetto spaventoso e (li ha) circonfusi di Splendore soprannaturale,
equiparandoli così ha detto agli dèi: "Chi li veda, perda i sensi! E che
una volta lanciati non indietreggino mai!”.
Ha creato ancora
Idre, Dragoni formidabili, Mostri marini, Leoni colossali, Molossi rabbiosi,
Uomini-scorpioni, Mostri aggressivi, Uomini-pesci, Bisonti giganteschi:
brandenti tutti armi spietate e senza tema del combattimento; i loro poteri
delegati, smisurati, ed essi, irresistibili! In verità, quegli undici erano
proprio tali, quali li ha fatti! Dopo di che, tra gli dèi suoi rampolli, che
avevano tenuto consiglio con lei, ha esaltato Quingu, conferendogli il rango
più alto tra loro: il comando dell'armata, la direzione del consiglio di
guerra, il compito dell'arruolamento, la condotta della battaglia, l'autorità
sui combattenti: Ha affidato tutto ciò nelle sue mani e l'ha insediato sul
trono d'onore, dicendo: “Ho proferito per te
la Formula e ti ho reso superiore nell'Assemblea degli dèi; ti ho offerto il
principato su tutti loro! Sii il più grande! Sii il mio unico Sposo! Che si
esalti il tuo nome su tutti gli Anunnaki!".
E gli ha rimesso la
Tavoletta dei destini, che ha fissato sul suo petto e ha detto: “Che il tuo
ordine sia irrevocabile! Che la tua parola si realizzi!” Quingu così esaltato e
posto in possesso della Supremazia, ella ha stabilito questo destino per gli
dèi suoi figli: "Aprendo soltanto la bocca, spegnete il fuoco! Che il
vostro veleno concentrato faccia cadere la tirannide!".
Quando Anshar ebbe
appreso questo fatto molto inquietante, si battè la coscia (?) e si morse le
labbra: la sua anima era a disagio e lo spirito inquieto. Ma alla vista di Ea,
suo rampollo, le sue recriminazioni scomparvero e gli disse: "Tu stesso sii
l'Avversario nel combattimento: sostieni l'urto dell'azione che condurrà contro
di te. Tu hai incatenato Mummu, tu hai messo Apsu a morte: di Tiamat
arrabbiata, dove trovare migliore antagonista? Non sei tu (?) l'oracolo della
saggezza, il consigliere degli dèi, Nudimmud?
[ ... ]
Allora Ea aprì la
bocca: “Oh spirito profondo, che arresti il destino, che solo hai il potere di
creare e di annientare! Anshar, spirito profondo, che arresti il destino, che
solo hai il potere di creare e di annientare, l'ordine che mi hai dato, noi lo
(eseguiremo ...) sul campo.
[ ] Io stesso [, io ... ] Apsu per/in [ ] Ora [
] [
] [ ... ho soppresso (?)] il
Ribelle, sterminato [ ]
annientato [ ] [
]”.
Quando Anshar ebbe
udito questo discorso, gli piacque. D'accordo con lui disse Ea: “La tua anima [
... ] in festa. Il comportamento sconveniente di Tiamat deve essere castigato.
Ingaggia dunque il combattimento contro Tiamat: [ ... ] [ ... ] Ea se ne andò dunque cercando di scoprire i
piani di Tiamat. [Ma ... ] tornò indietro. E non ha così (?) potuto essere il
vendicatore degli dèì.
Essendo andato a
trovare Anshar, si rivolse a lui: [ ... ] il suo/sua [ ... ] l’ha portato (?) su di me [ ... ] [di Quingo(?)] suo sposo [ ... ] temere il combattimento [ ... ] Chi dunque avanzerà contro di lei e ridurrà al
silenzio [ ... ] ? Ecco perché (?) sono tornato indietro! Resta tuttavi Anu(?)
invialo al posto mio (?)”.
[ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ].
Anshar rivolse dunque
queste parole ad Anu, suo figlio: "Anu, ecco l'arma soprannaturale dei Campioni:
il suo potere è prodigioso (?), irresistibile è il suo attacco! Và dunque, tu
stesso, a pararti davanti a Tiamat affinchè la sua anima sia placata e il suo
cuore allargato, ma se lei non vuole ascoltare le tue parole, scongiurala con
un Sortilegio, si placherà!".
Dopo che ebbe udito
l'invito di suo padre Anshar, Anu prese la strada verso lei, verso di lei
diresse i suoi passi. Anu se ne andò: ma quando ebbe compreso il piano di
Tiamat, gli venne paura (?) e tornò indietro.
Essendo allora andato
a trovare Anshar, suo padre e procreatore, egli si rivolse a lui: “[ ... ] L’ha portato su di me!”.
[ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ] [ ... ]
Ella ha ... la sua
mano e l’ha posata su di me!”.
Anshar, colpito,
guardava verso terra. Scuotendo la testa, rivolgeva cenni ad Ea.
Ora, gli Igigi si
trovavano radunati, con gli Anunnaki al completo; le loro labbra erano chiuse,
rimanevano muti. Non un dio voleva offrirsi ... nè uscire ... ad affrontare
Tiamat.
Il padre dei Grandi
dèi, Anshar, [era ... ].
Allora al
benevolente, il protettore universale, il delfino potente, il vendicatore dei
suoi padri, Marduk, il Campione, impaziente di combattere, Ea, avendolo
chiamato nel suo ritiro, gli spiegò il piano elaborato dal suo cuore:
"Marduk, ascolta il consiglio di tuo padre, tu, figlio mio, che gli
diletti l'anima! [Vai Incon] tro ad Anshar avvicinati, ben vicino; annunciati,
resta in piedi: al vederti sarà rilassato!”.
Il Signore (Marduk)
si rallegrò alle parole di suo padre. E, avvicinatosi, si portò di fronte ad
Anshar. Anshar lo vide e se ne rallegrò. Marduk baciò le sue labbra e allontanò
la sua ansietà: “Padre, non chiudere, ma apri le tue labbra: io parto per
realizzare quello che tu vuoi! Anshar, non chiudere, ma apri le tue labbra: io
parto per realizzare quello che tu vuoi! Quale maschio, fin qui, ha intrapreso
la lotta contro di te?”.
(Anshar:) "Mia
figlia, Tiamat, donna, avanzerà contro di me armata!".
(Marduk:) "Padre
mio e progenitore, rallegrati e sii felice: vai subito a calpestare di persona
la nuca di Tiamat! Anshar, padre mio e progenitore, rallegrati e sii felice:
vai subito a calpestare di persona la nuca di Tiamat!".
(Anshar:) "Parti
dunque, figlio mio, esperto in tanta saggezza! Placa Tiamat con il tuo Sortilegio
augusto! Fà avanzare in fretta il Carro da guerra delle Tempeste! Ma se non
cede all'attacco, torna indietro!".
Il Signore (Marduk)
si rallegrò del discorso di suo padre e, con il cuore in festa, dichiarò a
quest'ultimo: "Signore degli dèi, che fissi il Destino dei Grandi dèi, se
io vi devo vendicare, sbaragliare Tiamat, per salvarvi, tenete consiglio e
proclamate per me un destino trascendente! Nella sala delle deliberazioni,
sedete lietamente insieme, e fate sì che, con una parola, in vostra vece, io
fissi i destini: che nulla sia mutato di ciò che io disporrò. E che ogni ordine
proferito dalle mie labbra rimanga irreversibile e irrevocabile!".