104° Capitolo - Sapere

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104° Capitolo

Premesse > La Dottrina degli Spiriti > _D_ > Legge di Riproduzione

di Allan Kardec
Domande agli Spiriti e relative risposte. - Da Allan Kardec

LEGGE DI RIPRODUZIONE
104°Capitolo

Successione e Perfezionamento delle Razze

Ci sono razze umane che diminuiscono a vista d’occhio; verrà il momento, in cui saranno scomparse dalla terra?
Sì, ma altre già ne prendono il posto, come altre ancora prenderanno il vostro un giorno.

Gli uomini del nostro tempo sono una creazione nuova, o i perfezionati discendenti degli esseri primitivi?
Sono i medesimi Spiriti tornati a perfezionarsi in nuovi corpi, ma ancora lontani dalla perfezione. Così la razza umana presente, che col suo moltiplicarsi invade tutta la terra, e sostituisce le razze che si estinguono, avrà a sua volta il periodo di diminuzione, e sparirà, e allora la surrogheranno altre razze ancora più perfezionate, che discenderanno dalla presente, come gli uomini inciviliti odierni discendono dagli esseri bruti e selvaggi dei tempi primitivi.

Dal lato puramente fisico i corpi della razza odierna sono una creazione speciale, o procedono dai corpi primitivi per via di riproduzione?
L’origine delle razze si perde nella notte dei tempi; ma siccome esse appartengono tutte alla grande famiglia umana, qualunque sia il ceppo primitivo di ciascuna, hanno potuto mescolarsi e produrre nuovi tipi.

Qual è, dal lato fisico, il carattere distintivo e dominante delle razze primitive?
Sviluppo della forza brutale a spese della intellettiva. Ora è l’opposto; l’uomo usa meglio l’intelligenza che l’energia del corpo, e tuttavia produce cento volte di più, perché ha saputo mettere a profitto le forze della natura.

Il perfezionamento delle razze animali e vegetali per mezzo della scienza è contrario alla legge di natura? Sarebbe forse più conforme a questa legge lasciare che le cose seguano il loro corso ordinario?
Tutto deve farsi per giungere alla perfezione, e l’uomo è uno strumento, del quale Iddio si serve per conseguire i suoi fini. Ora, poiché la perfezione è la mèta a cui tende la natura, favorirla è rispondere ai suoi fini.

Ma l’uomo, in genere, nei suoi sforzi per il miglioramento delle razze, è mosso da un sentimento personale, e non mira ad altro che ad accrescere i suoi piaceri: questo non ne diminuisce il merito?
E che importa, purché il progresso si faccia? A lui la cura di rendere meritoria la sua opera con l’intenzione. D’altra parte, con questo lavoro egli esercita e svolge la sua intelligenza, ed è da questo lato che ne approfitta di più.
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