99° Capitolo
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Domande agli Spiriti e relative risposte. - Da Allan Kardec
LEGGI MORALI - LEGGE DI ADORAZIONE
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Politeismo
Per quale ragione il politeismo, che vuole l’adorazione di più di una divinità, benché falso, è una delle credenze più antiche e più diffuse?
Il concetto di un Dio unico non poteva essere nell’uomo che il frutto dello sviluppo intellettuale. Perciò egli, nell’ignoranza, incapace di concepire un Essere immateriale senza forma determinata, che agisse sulla materia, gli aveva dato gli attributi della natura corporea, cioè una forma e una figura: e quindi tutto ciò che pareva oltrepassare le proporzioni dell’intelligenza comune era per l’uomo una divinità; tutto ciò che egli non comprendeva, era l’opera di una potenza soprannaturale e da questo al credere di altrettante potenze individuali in quanti vedeva fenomeni straordinari, il passo era breve. Ma in tutti i tempi ci furono uomini illuminati, che, comprendendo l’impossibilità di quella moltitudine di poteri nel governo del mondo senza una direzione suprema, si elevarono al pensiero di un unico Dio.
Dal momento che i fenomeni spiritici si sono prodotti in ogni tempo, ed erano conosciuti già nelle prime età del mondo, hanno contribuito anch’essi a far credere nella pluralità degli dei?
Naturalmente gli uomini chiamavano Dio tutto ciò che era extraumano; quindi, gli Spiriti erano per essi tanti dei, e pertanto, quando un uomo superava tutti gli altri per chiare imprese, per genio, o per qualche singolare facoltà non compresa dal volgo, ne facevano un dio, e gli rendevano culto dopo la sua morte.
Kardec: La parola Dio presso gli antichi aveva un significato estesissimo: non era, come ai giorni nostri, la personificazione del Signore della natura, ma la qualificazione generica di qualunque essere fuori dell’umanità. Ora, poiché le manifestazioni spiritiche avevano loro svelato l’esistenza di esseri incorporei operanti come forze della natura, li chiamarono dei, come noi li chiamiamo Spiriti. Questa, però, non è altro che una questione di vocaboli, con questa differenza, che nella loro ignoranza, mantenuta ad arte da coloro che vi trovavano il proprio
interesse, innalzavano ad essi templi ed altari lucrosissimi, mentre per noi sono semplici creature di Dio, più o meno perfette, che hanno lasciato l’involucro terrestre. Chi studia accuratamente i diversi attributi delle deità pagane, vi riconoscerà quelli dei nostri Spiriti in tutti i gradi della scala spiritica, il loro stato fisico nei mondi superiori, le proprietà del perispirito, e il loro ingerirsi nelle cose della terra. Il giudaismo e poscia il cristianesimo, venuti ad illuminare il mondo di luce divina, non poterono distruggere una cosa che è nella natura, ma fecero volgere l’adorazione verso colui a cui l’adorazione solamente appartiene. In quanto agli Spiriti, la memoria se ne è perpetuata sotto diversi nomi, secondo i popoli; e le loro manifestazioni, che non cessarono mai, furono interpretate in vario modo, e spesso sfruttate come miracoli: mentre la religione li ha stimati fenomeni soprannaturali, gli scettici li hanno reputati impostori. Oggi in forza di uno studio più grave, fatto in piena luce, lo
Spiritismo, purgato dalle idee superstiziose, che lo travisarono per tanti secoli, ci rivela uno dei più grandi e più sublimi principi della natura.