146° Capitolo - Sapere

Vai ai contenuti

146° Capitolo

Premesse > La Dottrina degli Spiriti > _D_ > Legge di Giustizia

di Allan Kardec
Domande agli Spiriti e relative risposte. - Da Allan Kardec

LEGGE DI GIUSTIZIA, DI AMORE E DI CARITA’
146°Capitolo

Carità e Amore del Prossimo

Qual è il vero senso della parola carità secondo il Cristo?
Benevolenza verso tutti, indulgenza per le imperfezioni altrui, perdono delle offese.

Kardec: Amore e carità sono i complementi della legge di giustizia. Amare il prossimo vuol dire fargli tutto il bene che è in nostro potere, e che vorremmo fosse fatto a noi. Questo intendeva Gesù col suo precetto: AMATEVI COME FRATELLI. La carità, poi, secondo il Cristo, non si restringe alla elemosina, ma abbraccia tutti i rapporti che abbiamo coi nostri simili, ci siano essi inferiori, eguali o superiori. Essa ci comanda l’indulgenza, perché noi pure ne abbiamo bisogno, e ci vieta di umiliare i poveri, al contrario di quello che troppo spesso si fa. Presentate al mondo un ricco, ed avrà per lui mille riguardi, mille preferenze; presentategli un povero, e farà mostra di non accorgersene, o, peggio ancora, lo tratterà con durezza, mentre, quanto più è deplorevole il suo stato, tanto più dovrebbe guardarsi dall’accrescerne la sciagura con l’umiliazione. L’uomo veramente buono cerca di rialzare l’inferiore davanti a se stesso, e a diminuire così la distanza che corre fra loro due.

Gesù ha pur detto: Amate anche i vostri nemici. Ma l’amare i nemici non è contrario alle nostre inclinazioni naturali, e l’inimicizia non proviene forse dal difetto di simpatia fra gli Spiriti?
Senza dubbio non si può sentire per i propri nemici un amore tenero e appassionato: il Maestro non l’intendeva così. Amare i propri nemici vuol dire perdonare ad essi e rendere loro bene per male: di questa guisa vi innalzate: con la vendetta vi abbassereste.

Che pensate della elemosina?
L’uomo ridotto ad accattare si avvilisce nel morale e nel fisico: abbrutisce. In una società fondata sulla legge di Dio e la giustizia deve essere provveduto alla vita del debole senza sua umiliazione: essa ha l’obbligo di assicurare l’esistenza degli inetti al lavoro senza lasciarne la vita alla mercé del caso e della eventuale carità.

E’ dunque da biasimare l’elemosina?
No, non è l’elemosina da biasimare, ma spesso la maniera come viene fatta. L’uomo dabbene, che interpreta la carità secondo il Cristo, previene il misero, e non aspetta che gli stenda la mano. La vera carità è sempre dolce ed affabile, e consiste più nel modo che nel fatto. Un servigio reso con delicatezza acquista doppio valore; reso con alterigia, può essere accettato per il bisogno, ma non tocca il cuore. Ricordatevi anche che la ostentazione toglie agli occhi di Dio il merito del beneficio. Col dire: la vostra sinistra ignori ciò che dà la destra, Gesù vi ha insegnato a non offuscare la carità con l’orgoglio. E’ necessario distinguere l’elemosina propriamente detta dalla beneficenza. Non è sempre il più bisognoso colui che accatta: il timore di un umiliante rifiuto trattiene il vero povero, che spesso soffre senza lagnarsi: questo è il povero, che l’uomo veramente benefico sa cercare senza ostentazione. Amatevi come fratelli: ecco tutta la legge divina, con la quale Iddio governa i mondi. L’amore è la legge di attrazione per gli esseri viventi e organizzati; l’attrazione è la legge d’amore per la materia inorganica. Non dimenticate mai che lo Spirito, qualunque sia il suo grado di progresso e la sua condizione come incarnato od errante, è sempre posto fra un superiore, che lo guida e perfeziona, e un inferiore, verso il quale ha gli stessi doveri da compiere. Siate dunque caritatevoli, non solo di quella carità che v’induce a trarre dalla borsa l’obolo, che date freddamente a chi osa domandarlo, ma anche di quella che risparmia il rossore alla povertà vergognosa. Siate indulgenti coi difetti dei vostri simili: invece di sprezzarne l’ignoranza ed il vizio, istruiteli, e moralizzateli. Siate affettuosi e benevoli con tutti, anche con gli esseri più semplici della creazione, e avrete ubbidito alla legge di Dio.

Non ci sono uomini ridotti alla mendicità per propria colpa?
Purtroppo; ma, se una buona educazione morale avesse loro insegnato a praticare la legge di Dio, essi non cadrebbero negli eccessi che ne cagionano la rovina. Da questo, soprattutto, dipende il miglioramento del vostro globo.
Torna ai contenuti