126° Capitolo - Sapere

Vai ai contenuti

126° Capitolo

Premesse > La Dottrina degli Spiriti > _D_ > Legge di Progresso

di Allan Kardec
Domande agli Spiriti e relative risposte. - Da Allan Kardec

LEGGE DI PROGRESSO
126°Capitolo

Civiltà

L’incivilimento è un progresso, o, come vogliono alcuni filosofi, una decadenza dell’umanità?
Progresso incompiuto, l’uomo non passa d’un tratto dall’infanzia alla virilità.

E’ ragionevole condannare la civiltà?
Condannate chi ne abusa, e non l’opera di Dio.

La civiltà arriverà un giorno a tale stato da sanare i mali che avrà prodotto?
Sì, quando la morale avrà lo stesso sviluppo dell’intelligenza; il frutto non può venire prima del fiore.

Perché mai la civiltà non attua subito tutto il bene che potrebbe produrre?
Perché gli uomini non sono ancora preparati né disposti ad ottenerlo.

E non sarebbe anche perché, col creare bisogni nuovi, essa suscita nuove passioni?
Sì; e perché anche tutte le facoltà dello Spirito non progrediscono nello stesso tempo. Ogni cosa a suo tempo; non potete aspettarvi frutti perfetti da una civiltà incompiuta.

Da che cosa si può riconoscere la perfetta civiltà?
Dallo sviluppo del senso morale. Voi vi credete molto innanzi, perché avete fatto grandi scoperte e meravigliose invenzioni, perché siete meglio alloggiati e meglio vestiti dei selvaggi; ma non sarete in diritto di dirvi realmente civili se non quando avete bandito dalla vostra società i vizi, che la disonorano, e vivrete tra voi come fratelli, praticando la carità: fino a quel tempo siete soltanto popoli illuminati, che hanno percorso appena il primo stadio dell’incivilimento.

Kardec: L’incivilimento ha i suoi gradi, come tutte le cose. Una civiltà incompiuta è uno stato di transizione, che genera mali speciali, sconosciuti allo stato primitivo; ma ciò nonostante è un progresso naturale, necessario, che porta in sé il rimedio dei suoi mali. A mano a mano che essa si perfeziona, fa cessare alcuni dei mali che ha cagionato, e che scompaiono del tutto col progresso morale. Di due popoli giunti alla sommità della scala sociale può dirsi incivilito, nel vero significato della parola, quello dove c’è meno egoismo, meno cupidigia e meno orgoglio; dove le consuetudini sono più intellettuali e morali che materiali; dove l’intelligenza può svolgersi con maggiore libertà; dove più regnano la bontà, la buona fede, la benevolenza e la generosità; dove sono meno radicati i pregiudizi di casta e di nascita, perché incompatibili col vero amore del prossimo; dove le leggi non sanciscono alcun privilegio, e sono uguali per l’ultimo come per il primo dei cittadini: dove la giustizia si esercita senza parzialità, dove il debole trova sempre appoggio contro il forte; dove la vita, le credenze e le opinioni dell’uomo sono più rispettate; dove s’incontra il minor numero d’infelici; e finalmente dove ogni uomo di buona volontà è sempre certo di non mancare mai del necessario.
Torna ai contenuti