150° Capitolo - Sapere

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150° Capitolo

Premesse > La Dottrina degli Spiriti > _D_ > Perfezione morale

di Allan Kardec
Domande agli Spiriti e relative risposte. - Da Allan Kardec

PERFEZIONE MORALE
150°Capitolo

Egoismo

Quale vizio può essere considerato fra tutti come cardinale?
Lo abbiamo detto più volte: l’egoismo, da cui deriva ogni male. Studiate tutti i vizi, e lo ritroverete in fondo a tutti. Pertanto, avrete un bel combatterli, ma non giungerete ad estirparli, fino a che non curerete il male dalla radice, fino a che non ne avrete distrutta la causa. Tendano dunque tutti i vostri sforzi a questo fine, perché in esso sta la vera, paurosa piaga della vostra società. Chi vuole approssimarsi in questa vita alla perfezione morale, strappi dal suo cuore ogni sentimento egoistico, poiché l’egoismo è incompatibile con la giustizia, la carità e l’amore, e soffoca ogni altra virtù.

Dal momento che l’egoismo si fonda sul sentimento dell’interesse personale, pare assai difficile estirparlo completamente dal cuore dell’uomo: vi si riuscirà?
A seconda che gli uomini comprendano meglio le cose dello Spirito, daranno peso minore a quelle della materia. Gioverà, inoltre, a questo scopo, la riforma delle istituzioni umane, che lo mantengono ed eccitano, giacché molto dipende dalla educazione.

Poiché l’egoismo è inerente alla specie umana, non sarà esso sempre un ostacolo al regno del bene assoluto sulla terra?
L’egoismo è certamente la maggiore vostra cancrena; ma è carattere della inferiorità degli Spiriti incarnati sulla terra, e non dell’umanità in se stessa: ora, gli Spiriti, nel purificarsi con successive incarnazioni, si spogliano di esso come di tutte le altre loro impurità. Credete voi di non avere sulla terra alcun uomo, scevro di egoismo e ardente di carità? Ce ne sono più che non si creda: ma li conoscete poco. Se ce n’è uno, perché non ce ne potrebbero essere dieci; se ce ne sono dieci, perché non ce ne potrebbero essere mille, e così via discorrendo?

L’egoismo, piuttosto che diminuire, cresce con la civiltà, che sembra lo ecciti e alimenti; come mai potrà la causa distruggere l’effetto?
Il male si fa tanto più odioso, quanto più cresce; e appunto la bruttura dei frutti dell’egoismo farà comprendere l’assoluta necessità di estirparlo. Allora, gli uomini vivranno come fratelli, aiutandosi l’un l’altro; allora il forte sarà il sostegno, non l’oppressore del debole, e non si vedrà più alcuno mancare del necessario, perché tutti praticheranno la giustizia e la carità. E’ il regno del bene, che noi Spiriti siamo incaricati di preparare.

Con quale mezzo si può distruggere l’egoismo?
Di tutte le imperfezioni umane la più difficile a sradicare è l’egoismo, perché viene dall’influenza della materia, di cui l’uomo, ancora troppo vicino alla sua origine, non ha potuto liberarsi, influenza che trova esca in tutto fra voi: nelle vostre leggi, nel vostro ordinamento sociale, nella vostra educazione. L’egoismo scemerà col prevalere della vita morale sulla materiale, e soprattutto delle nozioni che vi dà lo Spiritismo intorno al vostro stato futuro reale e non snaturato dalle finzioni allegoriche, poiché lo Spiritismo bene compreso, quando si sarà immedesimato coi costumi e con le credenze, trasformerà le abitudini, gli usi, le relazioni sociali. L’egoismo è fondato sull’importanza della personalità; mentre lo Spiritismo, ripeto, bene compreso, fa vedere le cose da un punto così elevato che il sentimento personale scompare in certo modo davanti all’immensità dell’ordine cosmico e distruggendo quest’importanza che noi diamo a noi stessi, o almeno riducendola alle sue vere proporzioni, combatte necessariamente l’egoismo. Ciò che il più delle volte rende l’uomo egoista è il danno che gli viene dall’egoismo altrui, perché egli sente il bisogno di tenersi sulla difesa. Vedendo gli altri pensare solo a sé stessi, anch’egli è costretto ad occuparsi di sé più che degli altri. Quando il principio della carità e della fratellanza diverrà la base delle istituzioni sociali e dei rapporti legali fra individuo e individuo, l’uomo penserà meno alla sua persona, vedendo che ci pensano gli altri, e subirà l’influenza moralizzatrice dell’esempio e del contatto. In mezzo al presente eccesso di egoismo occorre non poca virtù per rinunziare alla propria personalità a vantaggio degli altri, che spesso ripagano con l’ingratitudine. E’ per questo che a coloro che possiedono questa virtù, è aperto il regno dei cieli e riserbata la felicità degli eletti, poiché in verità vi dico che nel giorno della giustizia, chiunque avrà pensato solo a se stesso sarà abbandonato, e soffrirà il suo isolamento.

Kardec: Oggi non mancano lodevoli sforzi per far progredire l’umanità: si incoraggiano, si stimolano, si onorano i buoni sentimenti più che in qualunque altro tempo, e tuttavia il verme roditore dell’egoismo è pur sempre la piaga sociale. E’ un male positivo, che si riflette su tutti, e di cui ciascuno è più o meno vittima; quindi bisogna combattere come si combatte un’epidemia. A quest’uopo occorre procedere alla maniera dei medici: risalire alla sorgente. Se ne cerchino dunque le cause in tutte le parti dell’ordinamento sociale, dalla famiglia al popolo, dalla capanna al palazzo, e si combattano tutti i moventi palesi o nascosti, che suscitano, nutrono, e svolgono il sentimento dell’egoismo. Conosciute le cause, il rimedio si presenterà da se stesso; non si tratterà più che di combatterle, se non tutte in una volta, almeno parzialmente, e a poco a poco il veleno sarà eliminato. La guarigione potrà tardare, perché le cause sono numerose; ma non sarà impossibile. Si avverta inoltre che, per riuscirci, si deve curare il male dalla radice, cioè per mezzo della educazione, e non di quella educazione che tende a formare degli uomini istruiti, ma di quella che forma uomini virtuosi. L’educazione, rettamente intesa, è la chiave del progresso morale, e quando si conoscerà l’arte di foggiare i caratteri, come si conosce quella di foggiare le intelligenze, gli uomini si potranno raddrizzare, come si raddrizzano le tenere piante. Ma quest’arte richiede tatto finissimo, molta esperienza e profonda osservazione. E’ grave errore il credere che basti avere dottrina per esercitarla con frutto. Chiunque segua con attenzione tanto il figlio del ricco, quanto quello del povero dall’istante della sua nascita, e osservi tutte le perniciose influenze che reagiscono su lui per la debolezza, l’incuria e l’ignoranza di quelli che lo dirigono, vedrà quanto spesso i mezzi che s’impiegano per moralizzarlo siano falsi, e non si meraviglierà d’incontrare nel mondo tante traversie. Si faccia per il morale quanto si fa per l’intelligenza, e si vedrà che, se ci sono nature caparbie, ce ne sono anche, assai più che non si creda, di quelle che domandano solo una buona educazione, per produrre frutti ottimi e copiosi. L’uomo vuol essere felice: è questo un sentimento di natura, e quindi si affatica senza posa per migliorare il suo stato sulla terra, e cerca le cause dei suoi mali per rimediarvi. Allorché, dunque, avrà compreso che l’egoismo è la principale di queste cause, quella che genera l’orgoglio, l’ambizione, la cupidigia, l’invidia, l’odio, la gelosia, dalla quale è ferito ogni momento; quella che mette la discordia in tutte le relazioni sociali, che provoca i dissensi, che distrugge la confidenza, che obbliga a tenersi sempre sulle difese contro il vicino; quella, infine, che di ogni uomo fa un nemico, allora comprenderà anche che un tal vizio è incompatibile con la sua felicità, anzi con la sua sicurezza, e quanto più ne avrà sofferto, tanto più sentirà la necessità di combatterlo, come egli combatte la peste, gli animali feroci, e tutti gli altri flagelli. Allora sarà spinto a questa lotta dal proprio interesse. L’egoismo è la fonte di tutti i vizi, come la carità è quella di tutte le virtù: distruggere l’uno e promuovere l’altra deve essere lo scopo, a cui devono mirare tutti gli sforzi dell’uomo, che vuole assicurarsi la felicità nella vita presente e nella futura.
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