61° Capitolo - Sapere

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61° Capitolo

Premesse > La Dottrina degli Spiriti > _B_ > Ritorno al corpo

di Allan Kardec
Domande agli Spiriti e relative risposte. - Da Allan Kardec

RITORNO ALLA VITA CORPOREA
61°Capitolo

Influenza dell’Organismo

Lo Spirito, poiché si unisce al corpo, s’identifica con la materia?
Come l’abito è l’involucro del corpo, così la materia è l’involucro dello Spirito; ma questo, anche nella unione col corpo, serba gli attributi della sua natura spirituale.

Le facoltà di uno Spirito incarnato hanno sempre piena libertà di esercizio?
L’esercizio delle facoltà dipende dagli organi, che servono loro di strumento; quindi è che esse sono indebolite dalla rozzezza della materia.

Dunque, l’involucro materiale è un ostacolo alla libera manifestazione delle facoltà dello Spirito, com’è un vetro alla libera emissione della luce?
Sì, è un vetro molto opaco.

Kardec: L’azione della materia grossolana del corpo sullo Spirito si può anche paragonare a quella di un pantano, la densità delle cui acque toglie la libertà dei movimenti al corpo in esso immerso.

Il libero esercizio delle facoltà dell’anima è subordinato allo sviluppo degli organi?

Gli organi sono gli strumenti della manifestazione delle facoltà animiche, la quale manifestazione è subordinata allo sviluppo e al grado di perfezione di essi, come la finitezza di un lavoro dipende dalla bontà degli strumenti del mestiere.

Si può dedurre da questo che ci sia un rapporto fra lo sviluppo degli organi cerebrali e quello delle facoltà morali e intellettive?
Non confondete l’effetto con la causa. Lo Spirito ha sempre le facoltà che gli sono proprie: non sono già gli organi che danno le facoltà, ma le facoltà che favoriscono lo sviluppo degli organi.

Per conseguenza, la diversità delle attitudini nell’uomo dipende solo dallo stato dello Spirito?
Non esclusivamente da questo solo. Cercate di intenderci. Dipende anzitutto, è vero, dalle qualità dello Spirito, che può essere più o meno progredito; ma bisogna anche tenere conto dell’influenza della materia, che gli impedisce sempre, più o meno, l’esercizio delle sue facoltà.

Kardec: Lo Spirito, incarnandosi, porta con sé alcune predisposizioni, e se si afferma che per ciascuna di esse c’è un organo corrispondente nel cervello, si viene ad affermare che lo sviluppo di questi organi è un effetto e non una causa. Se le facoltà dello Spirito avessero il loro principio negli organi, l’uomo sarebbe una macchina senza libero arbitrio e senza responsabilità delle sue azioni. Bisognerebbe ammettere che i più grandi geni nelle scienze, nelle lettere, nelle arti, non siano geni per altro se non perché il caso ha dato loro degli organi speciali: donde seguirebbe che, senza questi organi, essi non sarebbero stati geni, e che invece un grande imbecille avrebbe potuto essere un Newton, un Virgilio, un Raffaello, se ne fosse stato fornito. La quale ipotesi riesce ancora più assurda, se applicata alle qualità morali, giacché, secondo essa, Vincenzo de Paoli, dotato dalla natura di organi diversi, avrebbe potuto essere uno scellerato, e al più grande scellerato non mancherebbe che un organo per essere un Vincenzo de Paoli. Ammettete invece che gli organi speciali, se esistono, si svolgono con l’esercizio delle facoltà, come i muscoli col moto, e l’assurdo sparirà. Per maggiore chiarezza, ci si permetta un paragone triviale. Da certi segni del volto voi riconoscete l’uomo dedito all’ubriachezza: orbene, sono forse quei segni che lo fanno ubriacone, o è l’ubriachezza che produce quei segni? Si può dire che gli organi ricevono l’impronta delle facoltà.
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