87° Capitolo - Sapere

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87° Capitolo

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di Allan Kardec
Domande agli Spiriti e relative risposte. - Da Allan Kardec

OCCUPAZIONI E MISSIONI DEGLI SPIRITI
87°Capitolo

Occupazioni e missioni degli spiriti

Oltre che a migliorare se stessi, gli Spiriti attendono pure ad altro?
Cooperano all’armonia dell’universo, eseguendo i voleri di Dio, del quale sono i ministri. La vita è una occupazione continua, ma non punto penosa come sulla terra, perché non ha né la fatica corporale, né le angosce del bisogno.

Gli Spiriti inferiori ed imperfetti compiono anch’essi una parte utile nell’universo?
Tutti abbiamo doveri da compiere. L’infimo manovale, non contribuisce alla fabbrica di un edificio come l’architetto?.

Ogni Spirito ha un compito speciale?
Tutti dobbiamo acquistare la scienza di tutte le cose col presiedere successivamente a tutte le parti dell’universo, poiché, come è detto nell’Ecclesiaste: Ogni cosa ha il suo tempo; e così, mentre compie l’opera sua in questo mondo, un altro la compirà, o l’avrà già compiuta in altro tempo.

Gli uffici degli Spiriti nell’ordine delle cose sono permanenti per ciascuno di essi, oppure incarichi esclusivi di certe classi?
Tutti devono percorrere i differenti gradi della scala allo scopo di perfezionarsi. Iddio, ch’è giusto, non ha potuto, né voluto dare agli uni gratuitamente la scienza che altri acquistano a prezzo di fatiche.

Kardec: Alla stessa maniera, fra gli uomini nessuno arriva al supremo grado di capacità in qualunque arte, senz’avere acquistato le cognizioni necessarie nella pratica di tutte le sue parti anche più elementari.

Gli Spiriti dell’ordine più elevato, poiché non hanno più nulla da imparare, sono essi in assoluto riposo, o attendono pure a qualche occupazione?
E che vorreste facessero nell’eternità? L’ozio eterno sarebbe un eterno supplizio.

Dunque quali sono le loro occupazioni?
Ricevere direttamente gli ordini da Dio, trasmetterli in tutto l’universo, e vegliare alla loro esecuzione.

Le occupazioni degli Spiriti non cessano mai?
Mai: il loro pensiero è sempre attivo, poiché vivono per esso. Ma badate di non assimilare le occupazioni degli Spiriti con le occupazioni materiali degli uomini; quell’attività perpetua è un godimento per essi, poiché hanno la coscienza di essere utili.

Questo s’intende per gli Spiriti elevati; ma che dobbiamo pensare degli altri?
Anche gli Spiriti inferiori hanno occupazioni adeguate alla loro natura. Affidate voi all’idiota i compiti del genio?.

Fra gli Spiriti ce ne sono anche di oziosi, o di affaccendati senza alcuna utilità?
Sì, ma queste sono condizioni di esistenza temporanea, subordinata allo sviluppo della loro intelligenza. Certamente ce ne sono, come fra gli uomini, che vivono solo per sé ma a lungo andare quell’inerzia si fa tormentosa, e si sveglia il desiderio di progredire, e quindi provano il bisogno di attività, e sono lieti di potersi rendere utili. Avvertite però che parliamo degli Spiriti pervenuti alla conoscenza di sé e al possesso del libero arbitrio; poiché, in origine, sono come bambini, i quali agiscono più per istinto che per volontà deliberata.

Gli Spiriti fanno attenzione, e danno peso alle nostre opere d’arte?
Non fanno attenzione e non danno peso se non a ciò che dimostra l’elevatezza delle anime e il loro progresso.

Uno Spirito, che sulla terra si è segnalato in un ramo speciale, come per esempio, un pittore, un architetto, preferisce ancora occuparsi delle opere che furono l’oggetto della sua predilezione mentre viveva?
Tutto mira ugualmente a uno scopo generale. Se lo Spirito è buono, se ne occupa in quanto gli servono come mezzo per aiutare le anime a salire verso Dio. Del resto, dimenticate che uno Spirito il quale ha praticato un’arte in quella delle sue esistenze che voi conoscete, può averne praticate altre in quelle che ignorate, poiché egli ha bisogno di sapere tutto per raggiungere la perfezione: così, secondo il suo grado di avanzamento, può darsi che non vi sia nulla
di speciale per lui. E notate ancora che quanto sembra sublime a voi, nel vostro mondo ancora imperfetto, non è che
roba da bambini in quelli più progrediti. Ora, come vorreste che gli Spiriti abitatori di globi dove fioriscono arti meravigliose, inconcepibili ai vostri più grandi ingegni, diano importanza a cose che per essi non costituiscono se non i primi sgorbi di scolaretti? Ripeto: guardano le cose vostre solo in quanto denotano un progresso.

Sta bene che sia così per gli Spiriti molto avanzati; ma noi parliamo di quelli che non sono ancora molto superiori alle idee terrene.
Allora la cosa cambia, poiché costoro, di vedute più limitate, possono ammirare ciò che ammirate voi.

S’immischiano qualche volta gli Spiriti nelle nostre occupazioni?
Quelli che voi chiamate volgari, sì: vi sono continuamente d’intorno, e prendono parte talora molto attiva a ciò che fate, secondo la loro natura: e questo serve a spingere gli uomini sulle varie strade della vita, e ad eccitarne, o a moderarne le passioni.

Kardec: Gli Spiriti si occupano delle cose di questo mondo in ragione della loro elevatezza, o della loro inferiorità: i superiori, che hanno senza dubbio la facoltà di considerarle nei più minuti particolari, lo fanno solo in quanto è utile al progresso; gli inferiori ci mettono un’importanza relativa alle loro memorie di quaggiù e alle idee materiali non ancora dissipate.

Gli Spiriti che hanno missioni, le compiono nello stato erratico, o in quello d’incarnazione?
Nell’uno e nell’altro. Per alcuni Spiriti erranti sono una grande occupazione.

In che consistono le missioni, di cui possono essere incaricati gli Spiriti erranti?
Esse sono così varie, che riuscirebbe impossibile enumerarle, e d’altra parte ce ne sono di quelle che non potreste comprendere. Gli Spiriti eseguono i voleri di Dio, i cui disegni sovente sono impenetrabili.

Kardec: Le missioni degli Spiriti hanno sempre per oggetto il bene. Tanto da erranti quanto da incarnati devono, in un campo più o meno largo, più o meno speciale, cooperare al progresso dell’umanità, dei popoli, o degli individui, e preparare le vie a certi avvenimenti, o vigilare sul compimento di date cose. Alcuni hanno missioni più ristrette e in certo modo personali o locali, come di assistere gli infermi, gli agonizzanti, gli afflitti, e di vegliare su quelli di cui si sono fatti guide e protettori, dirigendoli coi consigli e coi buoni pensieri che suggeriscono. Si può dire che ci sono tante specie di missioni, quante sono le specie di interessi da tutelare, sia nel mondo fisico che nel morale. Lo Spirito progredisce secondo la maniera in cui svolge il proprio compito.

Gli Spiriti capiscono sempre i disegni che sono incaricati di eseguire?
Alcuni non sono che ciechi strumenti; altri invece sanno benissimo il perché dell’opera loro.

Le missioni vengono compiute soltanto da Spiriti elevati?
L’importanza dei compiti è relativa alla capacità ed elevatezza dello Spirito. Anche la staffetta, che porta un dispaccio, ne ha uno, ma ben diverso da quello del generale.

Il compito di uno Spirito gli viene imposto, o dipende dalla sua volontà?
Lo chiede, e si reputa fortunato di ottenerlo.

Può accadere che lo stesso compito venga domandato da più Spiriti a un tempo?
Sì, e sovente; ma altro è chiedere, altro ottenere.

In che consiste il compito degli Spiriti incarnati?
Nell’istruire gli uomini, nell’aiutarli a progredire, nel migliorare le istituzioni con mezzi diretti e materiali; ma i compiti sono più o meno generali ed importanti: chi coltiva la terra adempie il suo, come chi governa, o chi istruisce. Tutto si collega nella natura: secondo che lo Spirito si purifichi per mezzo della incarnazione, concorre, sotto questa forma, a compiere i disegni della Provvidenza. Ciascuno ha il suo compito sulla terra, perché ciascuno può rendersi utile a qualche cosa.

Quale può essere il compito di quelli che in terra sono volontariamente inutili?
Quelli che vivono soltanto per sé, e non si sanno rendere utili ad alcuna cosa, sono poveri esseri da compiangere, perché espieranno crudelmente l’inutilità della loro esistenza: il loro castigo incomincia spesso già sulla terra con la noia e il disgusto della vita.

Poiché ne avevano la scelta, perché mai preferirono una vita da cui non avrebbero ricavato alcun vantaggio?
Anche fra gli Spiriti ci sono gli infingardi, che recalcitrano davanti ad una vita laboriosa. Iddio li lascia fare: comprenderanno più tardi, a proprie spese, i danni della loro infingardaggine, e saranno i primi a chiedere di risarcire il tempo perduto. Forse anche avevano scelto una vita più proficua; ma, postisi all’opera, indietreggiarono, e si lasciarono trascinare dalle suggestioni di cattivi Spiriti, che li incoraggiarono a vivere nell’ozio.

Le occupazioni volgari ci sembra che siano piuttosto doveri o compiti che missioni propriamente dette, poiché queste, secondo il significato che si dà comunemente a questa parola, hanno un carattere d’importanza meno esclusivo, e specialmente meno personale. Ciò ammesso, da che si può conoscere se un uomo abbia una vera missione sulla terra?
Dalle grandi cose che compie; dai progressi che fa fare ai suoi simili.

Gli Spiriti che s’incarnano con una missione importante, vi sono predestinati prima della nascita, e ne hanno coscienza?
Talvolta sì; ma spesso essi la ignorano. Venendo sulla terra, hanno un intento non ben definito; e la loro missione si delinea dopo la nascita e secondo le circostanze. Iddio li spinge sul cammino in cui devono compiere i suoi disegni.

Ogni uomo che fa una cosa utile, la fa in virtù di una missione prestabilita, o può riceverne una imprevista?
Non tutto ciò che l’uomo fa di buono è conseguenza di una missione prestabilita; egli è non di rado lo strumento, di cui si serve uno Spirito per far eseguire qualche cosa che crede utile. Per esempio uno Spirito giudica che gioverebbe un libro che scriverebbe egli stesso, se fosse incarnato: in tal caso cerca lo scrittore più atto a comprendere il suo pensiero e ad attuarlo, gliene dà il concetto, e lo dirige nella esecuzione. Ecco un uomo che non era venuto sulla terra col proponimento di scrivere quell’opera. Altrettanto dicasi di molti lavori d’arte e di molte scoperte od invenzioni. Si aggiunga ancora, che, durante il sonno del suo corpo, lo Spirito incarnato comunica in via diretta con lo Spirito errante, e così s’intendono per l’effettuazione del lavoro comune.

Può uno Spirito mancare al suo compito?
Sì, se non è Spirito superiore.

E qual effetto ha per tale mancanza?
Il castigo di rifare il compito e subire le conseguenze del male, di cui sarà stato cagione.

Poiché lo Spirito riceve il suo compito da Dio, come può Dio confidare una missione importante e di interesse generale a uno Spirito, che potrebbe fallirvi?
Credete che Dio non sappia, se il suo guerriero vincerà, o sarà vinto? Siate persuasi che i suoi disegni, quando abbiano ad effettuarsi, non si appoggiano mai su chi sarà per abbandonare l’opera a metà del lavoro. Tutta la questione sta nella conoscenza dell’avvenire, che Dio possiede, ma che a voi non è data.

Lo Spirito che s’incarna per compiere una missione, è così perplesso e timoroso come chi si incarna per subire una prova?
No; è forte della sua esperienza.

Gli incarnati, che sono i luminari del genere umano, e lo illustrano col loro genio, hanno certamente una missione; eppure, nel momento ce ne sono di quelli che s’ingannano, e in mezzo a grandi verità, diffondono gravi errori. Come si deve considerare la missione di costoro?
Come falsata da loro stessi, che sono inferiori al compito intrapreso. Però avvertite che bisogna anche tener conto delle circostanze: gli uomini di genio hanno dovuto parlare secondo i tempi, e un insegnamento che sembra erroneo o puerile in epoca più avanzata, poteva essere sufficiente per quella in cui fu dato.

Si può considerare la paternità come una missione?
La paternità è missione sacrosanta e nello stesso tempo gravissimo dovere, di cui l’uomo sarà tenuto a rispondere molto, ma molto più ch’egli non pensi. Dio ha posto il figlio sotto la tutela dei genitori, affinché lo dirigano sulla buona via, ed ha facilitato il loro compito dando al fanciullo un organismo gracile e delicato, che lo rende suscettivo di tutte le impressioni. Invece, ci sono molti, che si occupano più di raddrizzare gli alberi del loro campo, e di farli produrre copia di buoni frutti, piuttosto che di correggere il carattere del proprio figliuolo. Se questi soccombono nella prova per loro colpa, ne porteranno la pena, e le sofferenze di quello Spirito nella vita futura ricadranno su di essi, perché non avranno fatto quanto dovevano per il suo avanzamento nella via del bene.

Se il figlio riesce male a dispetto di tutte le cure dei parenti ne dovranno questi rispondere?
No; ma, quanto più sono cattive le disposizioni del figlio, e tanto più è difficile il compito, tanto maggiore sarà il merito, se riescono a distoglierlo dalla via del male.

Se un figlio cresce bene ad onta della trascuratezza e dei tristi esempi dei suoi genitori, ne traggono essi un frutto?
Dio è giusto.

Quale può essere la missione del conquistatore, che mira soltanto a soddisfare la propria ambizione, e, per raggiungere lo scopo, non indietreggia davanti ad alcuna delle calamità che semina sui suoi passi?
Egli è quasi sempre uno strumento, di cui si serve Iddio per compiere i suoi disegni, e quelle calamità più volte sono mezzi per affrettare il progresso di un popolo.

Colui che è lo strumento di queste calamità passeggere, quantunque estraneo al bene che può risultarne, poiché non si era proposto che un fine personale, profitterà tuttavia di questo bene?
Ognuno è ricompensato secondo le sue opere, secondo il bene che ha voluto fare, e secondo la rettitudine delle sue intenzioni.

Kardec: Gli Spiriti incarnati attendono ad occupazioni inerenti alla loro esistenza corporea. Nello stato erratico, le occupazioni sono proporzionate al grado del loro avanzamento. Alcuni percorrono i mondi, s’istruiscono, e si preparano ad una nuova incarnazione; altri più avanzati promuovono il progresso col dirigere gli avvenimenti e suggerire pensieri opportuni, e assistono gli uomini d’ingegno, che fanno progredire l’umanità; altri s’incorporano in terra con una missione di progresso; altri assumono la tutela d’individui, di famiglie, di città, di popoli, di cui sono i custodi, i protettori; altri finalmente presiedono ai fenomeni della natura, di cui sono gli agenti diretti. Gli Spiriti volgari s’immischiano nelle nostre occupazioni e nei nostri passatempi. Gli Spiriti impuri od imperfetti, poi, attendono nelle sofferenze e nelle angosce il momento in cui, Dio consenziente, troveranno modo di progredire; intanto fanno il male per dispetto del bene, di cui non godono ancora.
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