168° Capitolo
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Domande agli Spiriti e relative risposte. - Da Allan Kardec
IL LIBRO DEGLI SPIRITI di Allan Kardec - CONCLUSIONE
168°Capitolo
(I)
Chi di magnetismo terrestre non conosce nient’altro che il giuoco di quelle piccole anitre calamitate che si fanno girare sull’acqua di una catinella, difficilmente potrebbe comprendere che questo balocco racchiude il segreto del meccanismo dell’universo e delle evoluzioni dei mondi. E così, pure, chi dello Spiritismo non conosce se non il moto delle tavole, ci vede un puro divertimento, un passatempo da conversazione, e non sa capire come quel fenomeno così semplice e così comune, noto all’antichità e financo ai popoli mezzo selvaggi, possa connettersi con le più gravi questioni dell’ordine sociale. E infatti per un osservatore superficiale quale rapporto può avere una tavola, che gira, con la morale e l’avvenire dell’umanità? Ma chi riflette si ricorda, come dalla semplice pentola che bolle, e il cui coperchio si solleva, pentola che pure ha bollito da tutta l’antichità, è nato il motore a vapore. Ebbene, voi che non credete a nulla fuori del mondo materiale, sappiate che da quella tavola che gira, e vi muove al sogghigno dello sprezzo, è nata tutta la scienza, la soluzione di quei problemi, che nessuna filosofia aveva saputo risolvere. Io mi appello a tutti gli avversari di buona fede, e chiedo se si sono dati la pena di studiare quello che criticano, poiché in buona logica, la critica non ha valore, se chi la fa non ne conosce a fondo l’oggetto. Beffarsi di una cosa ignorata, non sottomessa alle lenti di una investigazione coscienziosa non è criticare, ma dare prova di leggerezza e dare meschina idea del proprio criterio. Non v’è dubbio che, se avessimo presentato questa filosofia come l’opera di un cervello umano, essa sarebbe stata accolta con minore disdegno, e avrebbe avuto gli onori dell’esame di coloro che pretendono di dirigere la pubblica opinione. Ma essa viene dagli Spiriti: che assurdità! E’ già molto, se si degnano di guardarla; essa si giudica dal titolo, come la scimmia della favola giudicava la noce dal guscio. Provate per un momento a lasciarne da parte l’origine; supponete che questo libro sia l’opera di un uomo, e dite in coscienza, se,
dopo averlo letto con ponderazione, ci trovate materia di scherno.