Capitolo 105°
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Pistis Sophia - 3° Libro.
Capitolo 105°
Appena il Salvatore disse questo, gli si precipitò davanti Giovanni, dicendo: - Mio Signore, sopportami, se ti interrogo! D'ora in poi, infatti, desidero interrogarti in merito al modo con cui dobbiamo predicare all'umanità.
Se io do a quel mio fratello un mistero dei misteri dell'inizio che si trovano nel primo spazio esterno e se gli do ancora molti misteri, ma egli non si comporta in modo degno del regno del cielo, vuoi tu che lo introduciamo nei misteri del secondo spazio? Forse conquisteremo l'anima di quel fratello, il quale si convertirà, farà penitenza ed erediterà il regno della luce. Vuoi tu che lo introduciamo nei misteri del secondo spazio, oppure no?
Il Salvatore replicò, e disse a Giovanni: - Se è un fratello che non finge, ma anela veramente a Dio, se voi gli avete dato più volte i misteri dell'inizio ed egli, costretto dagli elementi del destino, non si comporta in modo degno dei misteri del regno della luce: perdonatelo, introducetelo e dategli il primo mistero che si trova nel secondo spazio; forse, conquisterete l'anima di quel fratello.
Se egli non si è comportato in modo degno dei misteri della luce, se ha compiuto trasgressioni e peccati di ogni genere, ma poi ritorna, prova grande penitenza, rinunzia a tutto il mondo, e desiste dai peccati del mondo; se sapete con certezza che egli non finge, ma anela veramente a Dio: volgetevi nuovamente a lui, perdonatelo, introducetelo e dategli il secondo mistero che si trova nel secondo spazio del primo mistero; forse conquisterete l'anima di quel fratello, ed egli erediterà il regno della luce.
Se, nuovamente, non si è comportato in modo degno dei misteri, ma ha compiuto trasgressioni e peccati di ogni genere, ma poi ritorna ancora, prova grande penitenza, rinunzia a tutto il mondo e a tutta la sua materia, e desiste dai peccati del mondo; se sapete con certezza che egli non finge, ma anela veramente a Dio, volgetevi di nuovo a lui: perdonatelo, accogliete la sua penitenza, giacché il primo mistero è compassionevole e misericordioso; introducete quell'uomo, dategli l'uno dopo l'altro i tre misteri che si trovano nel secondo spazio del primo mistero.
Se quell'uomo commette trasgressioni e ogni genere di peccati, da questo momento non dovete più perdonargli, né accogliere la sua penitenza: sia per voi come uno scandalo e un trasgressore.
In verità in verità vi dico: quei tre misteri gli saranno testimonianze per la sua ultima penitenza, e da questo momento non proverà più pentimento.
In verità vi dico: da questo momento l'anima di quell'uomo non sarà più portata indietro verso il mondo superiore, ma resterà nelle dimore del drago delle tenebre esteriori.
È a proposito delle anime di simili uomini che, una volta, vi parlai con una parabola, dicendo:
«Se tuo fratello pecca contro di te, convincilo tra te e lui da soli: se ti ascolta, conquisti tuo fratello; ma se non ti ascolta, prendi con te anche un altro. Se quello non ascolta né te né l'altro, conducilo alla chiesa: se non ascolta gli altri, consideralo come un trasgressore e uno scandalo», cioè se non è capace del primo mistero, dategli il secondo; se non è capace del secondo, dategli i tre (misteri) uniti insieme - questi sono la chiesa -; se non è capace del terzo mistero, consideratelo come uno scandalo e un trasgressore.
La parola che una volta vi dissi: «Affinché ogni parola sia salda per mezzo di due o tre testimoni», significa: quei tre testimoni deporranno per il suo ultimo pentimento.
In verità vi dico: se quell'uomo prova pentimento, nessun mistero gli può perdonare i suoi peccati, né si può accettare il suo pentimento né può assolutamente venire ascoltato da qualsiasi mistero eccetto che dal primo mistero del primo mistero e dal mistero dell'ineffabile: soltanto questi accoglieranno la penitenza di quell'uomo e perdoneranno i suoi peccati, giacché quei misteri sono compassionevoli e misericordiosi, e perdonano in ogni tempo.