Capitolo 111° - Sapere

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Capitolo 111°

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Tratto da: PISTIS SOFIA - Codice di ASKEW - Britsh Museum di Londra



Pistis Sophia - 3° Libro.

Capitolo 111°

Detto questo da parte dei discepoli, il Salvatore seguitò a parlare ai suoi discepoli: - Quando andate in città, in regni, in regioni, predicate anzitutto così: «Investigate in ogni tempo, e non desistete fino a quando troverete i misteri della luce, che vi condurranno nel regno della luce».
Dite: «Guardatevi dalle dottrine erronee. Molti, infatti, verranno in mio nome e diranno "sono io!", sebbene non lo sia, e indurranno molti in errore».
Or dunque, a tutti gli uomini che vengono da voi, che credono a voi, che ascoltano le vostre parole e agiscono in modo degno dei misteri della luce, date i misteri della luce, non nascondeteli loro.
A chi è degno dei misteri superiori, dateglieli; a chi è degno dei misteri inferiori, dateglieli: non nascondete nulla a nessuno!
Ma il mistero della risurrezione dei morti e della guarigione dei malati, non datelo a nessuno, né istruite in esso: poiché è il mistero degli arconti, sia esso sia tutte le sue invocazioni.
Perciò non datelo ad alcuno, né istruite in esso, fino a quando non avrete consolidato la fede in tutto il mondo; quando andate in città o in regioni e non siete accolti, non vi si crede e le vostre parole non sono ascoltate, voi, in quei luoghi risuscitate morti, guarite, in quei luoghi, paralitici, ciechi e malattie di ogni genere: per mezzo di tutto ciò essi crederanno che voi predicate il Dio del tutto e crederanno alle vostre parole.
Per questo vi ho dato quel mistero: allo scopo di consolidare la fede in tutto il mondo.
Detto questo, il Salvatore proseguì il discorso dicendo a Maria: - Or dunque, ascolta, Maria, a proposito della parola che mi hai rivolto: «Chi costringe gli uomini a peccare?». Or dunque, ascolta. Quando nasce un bambino, debole è la sua forza, debole la sua anima, debole il suo spirito di opposizione: in una parola, i tre sono deboli e nessuno di essi percepisce cosa alcuna, buona o cattiva che sia, a motivo del grave peso dell'incapacità di conoscere. Anche il corpo è debole, e il bambino si nutre con i cibi del mondo degli arconti: la forza assimila parte della forza che si trova nei cibi, l'anima assimila parte dell'anima che si trova nei cibi, lo spirito di opposizione assimila parte della cattiveria e della concupiscenza che si trova nei cibi. Il corpo assimila, invece, la materia che si trova nei cibi e che non percepisce; ma la fatalità non prende nulla dai cibi perché non è mescolata con essi, bensì se ne va nello stesso modo in cui viene nel mondo.
La forza, l'anima, e lo spirito di opposizione da piccoli diventano grandi, e ognuno di essi percepisce in conformità della sua natura: la forza percepisce in funzione della ricerca della luce dell'alto; l'anima percepisce in funzione della ricerca del luogo della giustizia, luogo misto, essendo il luogo della miscela; lo spirito di opposizione ricerca tutte le cattiverie e concupiscenze, e tutti i peccati; il corpo non percepisce nulla a meno che assorba forza dalla materia. I tre percepiscono subito ognuno secondo la sua natura. I ricevitori erinnici incaricano i ministri di seguirli e di essere testimoni di tutti i peccati che commettono, a motivo del genere e del modo in cui intendono punirli (poi) nei giudizi. In seguito, lo spirito di opposizione osserva e percepisce tutti i peccati e il male comandatigli, per l'anima, dagli arconti del grande destino: e li fa all'anima.
La forza interiore muove l'anima alla ricerca del luogo della luce e di tutta la divinità, mentre lo spirito di opposizione devia l'anima e la costringe a fare continuamente tutte le di lui iniquità, passioni e peccati: assegnato continuamente all'anima, egli le è nemico e le fa compiere ogni male e ogni peccato, e stimola i ministri erinnici affinché le siano testimoni in ogni peccato che egli le fa compiere; inoltre se di notte o di giorno lei vuole riposare, egli la scuote con i sogni e le passioni del mondo la spinge a bramare ogni cosa del mondo; in una parola l'incita verso tutte quelle cose che gli arconti gli hanno ordinato: è ostile all'anima e le fa compiere quanto a lei non piace.
In realtà, è questo, Maria il nemico dell'anima, è questo che la costringe fino a tanto che compia ogni peccato.
Quando, dunque, giunge a compimento il tempo di quell'uomo, esce per prima l'ora fatale e, per mezzo degli arconti e dei loro lacci con i quali sono uniti dal destino, conduce l'uomo alla morte.
Vengono poi i ricevitori erinnici: traggono quell'anima fuori dal corpo; i ricevitori erinnici trascorrono con quell'anima tre giorni trasportandola in tutti i luoghi e inviandola da tutti gli eoni del mondo; la seguono lo spirito di opposizione e l'ora fatale, mentre la forza ritorna alla vergine luce.
Dopo i tre giorni, i ricevitori erinnici conducono quell'anima giù nell'Amenti del caos; e portatala giù nel caos, la consegnano ai tormentatori.
In conformità della disposizione delle opere degli arconti a proposito dell'uscita delle anime, i ricevitori se ne ritornano ai loro luoghi, e lo spirito di opposizione diventa il ricevitore di quell'anima, essendogli stata consegnata; la trasferisce in proporzione al castigo per i peccati commessi, dimostrando una grave ostilità contro quell'anima. Allorché l'anima avrà terminato di subire, nel caos, i castighi meritati in proporzione dei peccati commessi, lo spirito di opposizione - al quale era stata affidata - dopo averla trasferita in ogni luogo a motivo dei peccati commessi, l'estrarrà dal caos e la condurrà sulla via degli arconti di mezzo; qui giunta, gli arconti l'interrogheranno sui misteri dell'ora fatale: se essa non li ha trovati, l'interrogheranno sulla loro ora fatale; gli arconti puniranno quell'anima in proporzione dei peccati di cui è colpevole: del genere dei suoi castighi vi parlerò trattando della distribuzione del tutto.
Compiuto per quell'anima il tempo dei castighi, secondo i giudizi degli arconti di mezzo, lo spirito di opposizione estrarrà l'anima dai luoghi degli arconti di mezzo e la porterà davanti alla luce del sole conforme al comando del primo uomo, Jeu: la porterà davanti al giudice, davanti alla vergine luce.
Questa la esaminerà, la troverà un'anima peccatrice, getterà dentro di lei la propria forza luminosa per rinfrancarla, per il corpo, per la comunione della percezione: del loro genere vi parlerò trattando della distribuzione del tutto.
La vergine luce sigilla quell'anima, e la consegna a uno dei suoi ricevitori e la fa gettare in un corpo degno dei peccati da lei commessi.
In verità vi dico: lei non rilascerà quell'anima libera dalle trasformazioni del corpo fino a quando non avrà terminato il suo ultimo ciclo in base ai suoi meriti.
Di tutto ciò, del loro genere e del tipo di corpi nei quali sono immesse le anime a seconda dei peccati di ognuno, vi parlerò in seguito: vi dirò tutto allorché vi parlerò della distribuzione del tutto.



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