Capitolo 7° - Sapere

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Capitolo 7°

La Gnosi > Ritrovamenti > Nag Hammadi > L'Esegesi dell'Anima

tradotto in ITALIANO da Giuseppe Ricciardi

Capitolo 7°
Il pentimento di Ulisse ed Elena

Quindi è giusto pregare Dio notte e giorno, tendendo le nostre mani verso di Lui, come fanno le persone che navigano in mezzo al mare: essi pregano Dio con tutto il cuore, senza ipocrisia. Perchè coloro che pregano ipocritamente ingannano soltanto loro stessi. Infatti, è in modo che egli possa sapere chi è degno di salvezza che Dio ci esamina interioriormente ed in fondo al cuore. Perchè nessuno che ama ancora il posto dell'inganno è degno di salvezza. Pertanto, il poeta scrive (Omero, Odissea 1,48-1,59):
"Ulisse sedeva sull'isola piangendo ed addolorandosi e girando il viso dalle parole di Calypso e dai suoi trucchi, mentre desiderava di vedere il suo paese ed il fumo che proveniva da esso. E se non avesse ricevuto aiuto dal cielo, egli non sarebbe mai stato in grado di tornare al suo villaggio."  
Ancora Elena dice ( Odissea 4,260-261):
"Il mio cuore si è voltato da me. E' a casa mia che voglio tornare."
Perché ella sospirò, dicendo ( Odissea 4,261-4,264):
"E' Afrodite che mi ha ingannato e mi ha portato fuori del mio paese. Ho lasciato alle mie spalle la mia unica figlia, ed il mio buono e comprensivo bel marito."
Perchè quando l'anima lascia il marito perfetto a causa della perfidia di Afrodite, che esiste qui nell'atto della procreazione, allora l'anima ne soffrirà il danno. Ma se lei sospira e si pente, lei sarà reinserita nella sua casa.

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