Capitolo 45° - Sapere

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Capitolo 45°

La Gnosi > Ritrovamenti > Nag Hammadi > Vangeli Apocrifi > Apocrifo di Tommaso > Atti di Tommaso > Dodicesimo Atto

Tratto da: The Acts of Thomas - The Gnostic Society Library
tradotto in INGLESE da: M. R. James
tradotto in ITALIANO da Giuseppe Ricciardi
Atti del Santo Apostolo Tommaso
Il Docidesimo Atto: Riguarda Ouazanes (Iuzanes) il figlio del re Misdaeus

Capitolo 45°
Passi da 142.- a 144.-

 
142. E mentre Giuda veniva condotto in prigione, tutti lo seguivano, e Ouazanes, il figlio del re, camminava alla sua destra, e Siphor alla sinistra. Ed egli entrò nella prigione e si sedette, ed anche Ouazanes e Siphor, e persuase sua moglie e sua figlia a sedersi, poiché anch'esse erano entrate per ascoltare la parola di vita, poiché sapevano che Misdaeus lo avrebbe ucciso a causa dell'eccesso della sua rabbia. E Giuda cominciò a dire: O liberatore della mia anima dalla schiavitù di molti, perché ho dato me stesso da vendere [A uno, Siriaco]; guarda, io mi rallegro ed esulto, sapendo che i tempi sono compiuti per me per entrare e ricevere [Te del mio, Siriaco. riposo, donatore]. Ecco, devo essere liberato dalle preoccupazioni che sono sulla terra; ecco, compio la mia speranza e ricevo la verità; ecco, sono liberato dal dolore e metto su soltanto la gioia; ecco, divento incurante e senza afflizione e sto a riposo; ecco, io sono liberato dalla schiavitù e sono chiamato alla libertà; Ecco, ho servito i tempi e le stagioni, e sono innalzato al di sopra dei tempi e delle stagioni; ecco, io ricevo il mio salario da colui che mi ricompensa, che dà senza contare (numero) perché la sua ricchezza basta per il dono; [Ecco, e il mio abbigliamento, lo metto giù] e non lo rimetterò più su; ecco io, dormo e mi sveglio, e non andrò più a dormire; Ecco, io muoio e vivo di nuovo, e non gusterò più la morte; ecco, essi si rallegrano e mi aspettano, che io possa venire e stare con i loro parenti e essere posto come un fiore nella loro corona; ecco, io regno nel regno in cui ho posto la mia speranza, anche da qui; ecco, i ribelli cadono davanti a me, perché sono sfuggito a loro; ecco, (a me) viene la pace, dove tutti sono riuniti.
 

143. E mentre l'apostolo parlava così, tutti quelli che erano lì ascoltavano, supponendo che in quell'ora egli si sarebbe dipartito dalla vita. E di nuovo egli disse: Credete al medico di tutte le [MALATTIE], sia viste che non viste, e sul Salvatore delle anime che hanno bisogno di aiuto da Lui. Questo è il [FIGLIO] nato libero dei re, questo il medico delle sue creature; questo è quello che è stato rinfacciato dai suoi stessi schiavi; questo è il Padre dell'altezza e il Signore della natura e del Giudice (? Padre della natura e Signore dell'alto e supremo Giudice, Siriaco): Egli venne dal più grande, l'unigenito figlio della profondità; e fu chiamato figlio di (divenne visibile attraverso, Siriaco) Maria la vergine, e fu definito figlio di Giuseppe il falegname: Lui la cui piccolezza (abbiamo visto) con gli occhi del nostro corpo, ma la sua grandezza l’abbiamo ricevuta per fede, e vista nelle sue opere il cui corpo umano che abbiamo sentito anche con le nostre mani, ed il suo aspetto che abbiamo visto trasfigurato (cambiato) con i nostri occhi, ma la sua sembianza celeste sul monte non siamo stati in grado di vederla : colui che fece inciampare i governanti e fece violenza fino alla morte: Lui, la verità che non mente, che alla fine pagò il tributo per sé e per i suoi discepoli: del quale il principe vedendolo ebbe paura ed i poteri che erano con lui furono turbati; ed il principe scoprì la testimonianza (gli chiese, Siriaco) chi era e da dove proveniva, e non conosceva la verità, perché egli è estraneo alla verità: lui che ha autorità sul mondo, ed i piaceri in esso, e i possedimenti e le comodità. [Respinge] tutte queste cose e allontana i suoi sudditi, che essi non abbiano ad usarli.
 
144. E avendo finito di dire ciò, si alzò e pregò così: Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome: venga il tuo regno: sia fatta la tua volontà, come in cielo così sulla terra: [Dacci il pane del giorno costantemente, Siriaco] e perdonaci i nostri debiti come anche noi li abbiamo perdonati ai nostri debitori. E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal maligno.
 
Mio Signore e Dio, speranza e fiducia e maestro, Tu mi hai insegnato a pregare così, ecco, io prego questa preghiera ed adempio il tuo comandamento: sii Tu con me fino alla fine; Tu sei colui che fin dall'infanzia ha seminato la vita in me e mi ha tenuto lontano dalla corruzione; Tu sei colui che mi ha portato alla povertà di questo mondo e mi ha esortato alle vere ricchezze; Tu sei colui che mi ha fatto conoscere me stesso e mi ha mostrato che io sono tuo; e mi sono tenuto puro dalla donna, poiché quello che tu richiedi non si trova nella contaminazione.
 

[Alle parole "Mio Signore e Dio" inizia il doppio testo, rappresentato da un lato dalla MS. U e dall'altro dalla la MS di Parigi. P, e terzi (in parte quattro) da altri. Questi inseriscono la preghiera dopo Cap. 167. Il loro testo, credo, potrebbe essere il greco originale. Lo seguo qui, ripetendo il primo paragrafo.]
 

(144) Mio Signore e Dio, mia speranza e mia confidenza e mio maestro, che hai impiantato il coraggio in me, Tu mi hai insegnato a pregare così; ecco, prego la tua preghiera e porto la tua volontà alla realizzazione: sii con me fino alla fine. Tu sei colui che fin dalla mia giovinezza mi ha dato pazienza nella tentazione e [Seminato in] me vita e mi preservi dalla corruzione; Tu sei colui che mi ha portato nella povertà di questo mondo e mi completi con le vere ricchezze; Tu sei colui che mi hai mostrato che io ero tuo; pertanto non mi sono mai unito a una moglie, perché il tempio degno di te non sia trovato inquinato.
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