Capitolo 47° - Sapere

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Capitolo 47°

La Gnosi > Ritrovamenti > Nag Hammadi > Vangeli Apocrifi > Apocrifo di Tommaso > Atti di Tommaso > Dodicesimo Atto

Tratto da: The Acts of Thomas - The Gnostic Society Library
tradotto in INGLESE da: M. R. James
tradotto in ITALIANO da Giuseppe Ricciardi
Atti del Santo Apostolo Tommaso
Il Docidesimo Atto: Riguarda Ouazanes (Iuzanes) il figlio del re Misdaeus

Capitolo 47°
Passi da 148.- a 149.-

 
148. Fa che i poteri e gli ufficiali non si accorgano e che non abbiano alcun pensiero riguardo a me; che i pubblicani e gli esattori non facciano appello a me; non lasciare che il debole e il maligno gridino contro di me che sono valoroso e umile, e che quando io sono portato in alto, non sorgano per stare davanti a me, col tuo potere, o Gesù, che mi circondi come una corona: perché loro fuggono e si nascondono, essi non possono guardarti: ma (perché) improvvisamente essi cadono su di coloro che sono soggetti ad essi, e la porzione stessa dei tuoi figli del malvagio grida  e li condanna; e non è nascosto a loro, né la loro natura è resa nota: i figli del malvagio sono separati. Tu dunque concedimi, Signore, che io possa passare nella quiete, nella gioia e nella pace, e trapassare e stare davanti al giudice, e non lasciare che il diavolo (o calunniatore) rivolga lo sguardo su di me; che i suoi occhi siano accecati dalla tua luce che tu hai fatto dimorare in me, chiudi la sua (muso) bocca, perché egli non ha trovato nulla contro di me.

 
[Torniamo a U.]
 
 
149. E disse di nuovo a quelli che erano intorno a lui: [Credete il …. di Dio e mio …. suo donatore (Siriaco. nel donatore) Io … servitori, vita che aiuta crede predicazione; che Gesù Cristo proclama, figlioli.] Credete nel Salvatore di coloro che hanno operato nel suo servizio: poiché la mia anima già fiorisce perché il mio tempo per riceverlo è vicino; poiché egli essendo bellissimo mi spinge sempre a parlare della sua bellezza, come è, anche se non sono capace e non basta dirlo degnamente: tu che sei la luce (che alimenti, Siriaco) della mia povertà e il fornitore dei miei difetti e nutritore della mia necessità: sii con me fino a quando io vengo e ti ricevo per sempre.
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