Capitolo 7° - Sapere

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Capitolo 7°

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Tratto da: PISTIS SOFIA - Codice di ASKEW - Britsh Museum di Londra



Pistis Sophia - 1° Libro.

Capitolo 7°

Allorché, dunque, il sole si levò in oriente, il primo mistero - quello che esisteva fin dall’inizio, dal quale tutto ebbe origine, dal quale io stesso sono ora venuto, non nel tempo anteriore alla mia crocifissione, bensì ora - per ordine dunque di quel mistero mi fu mandato il mio abito luminoso; egli me lo aveva dato fin dall’inizio e io l’avevo deposto nell’ultimo mistero cioè nel mistero ventiquattresimo, dall’interno all’esterno: questi (ventiquattro misteri) si trovano negli ordini del secondo spazio del primo mistero. Quell’abito l’avevo lasciato nell’ultimo mistero fino a quando fosse giunto il tempo di rivestirmene per iniziare a parlare col genere umano e rivelare tutto dall’inizio della verità fino al suo compimento trattando dell’interno degli interni fino all’esterno degli esterni e dall’esterno degli esterni fino all’interno degli interni. Rallegratevi ancor più e gioite poiché a voi è concesso di essere i primi con i quali io parlo dall’inizio della verità fino al suo compimento.
È per questo che vi ho scelto dall’inizio per mezzo del primo mistero: rallegratevi dunque e gioite. Allorché mi manifestai al mondo portavo con me, fin dall’inizio, dodici potestà che presi dai dodici salvatori del tesoro della luce conformemente al comando del primo mistero - come vi ho detto fin dall’inizio -. Venuto nel mondo, le gettai nel seno di vostra madre; e oggi sono nel vostro corpo. Vi furono date prima che al mondo intero affinché voi, che salverete il mondo intero, siate nella condizione di potere resistere alla minaccia degli arconti nel mondo, alle sofferenze del mondo, ai loro pericoli e a tutte le persecuzioni che gli arconti dell’alto faranno venire su di voi. Più volte vi ho detto che la forza che è in voi la portai io dai dodici salvatori del (che si trovano nel) tesoro della luce. Per questo vi dissi, fin dall’inizio, che non siete del mondo; e anch’io non lo sono. Tutti gli uomini che si trovano nel mondo ricevettero le anime dalla (forza) degli arconti degli eoni, mentre la vostra forza viene da me: la vostra anima appartiene all’alto. Le dodici forze dei dodici salvatori del Tesoro della Luce, da me portate, le presi da una parte della mia forza, che per primo avevo ricevuto. Allorché mi manifestai al mondo, andai in mezzo agli arconti della sfera e assunsi l’aspetto di Gabriele, angelo degli eoni; gli arconti degli eoni non mi riconobbero: pensavano ch’io fossi l’angelo Gabriele.
Quando ero in mezzo agli arconti degli eoni, per comando del primo mistero, guardai giù verso il mondo dell’umanità e trovai Elisabetta, la madre di Giovanni Battista, prima che lo concepisse: seminai in lei una forza ricevuta dal piccolo Jao, quello buono, quello che è nel mezzo, affinché (il Battista) fosse in grado di predicare prima di me, di preparare la mia via e di battezzare con l’acqua del perdono dei peccati. Quella forza ora si trova nel corpo di Giovanni.
Inoltre in luogo dell’anima degli arconti che era destinato a ricevere, trovai - negli eoni della sfera - l’anima del profeta Elia: presi lui, tolsi la sua anima, la portai alla vergine luce, lei la passò ai suoi ricevitori, questi la portarono alla sfera degli arconti e la spinsero nel seno di Elisabetta. La forza del piccolo Jao, che è nel mezzo, e l’anima del profeta Elia sono unite nel corpo di Giovanni Battista. Quando vi dissi: «Giovanni ha asserito: “Io non sono il Cristo”» voi avete dubitato e mi rispondeste: «Nella Scrittura è scritto: “Quando verrà il Cristo, sarà preceduto da Elia che preparerà la sua via”»; e io vi risposi: «Elia è già venuto, ha preparato ogni cosa - come sta scritto - ed essi lo trattarono a loro piacimento». Visto che voi non capivate ch’io mi riferivo all’anima di Elia la quale è unita a Giovanni Battista, mi rivolsi a voi con un linguaggio chiaro, faccia a faccia: «Se volete accogliere Giovanni Battista, egli è l’Elia al quale mi riferivo allorché dissi che sarebbe venuto» -.

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