Capitolo 46° - Sapere

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Capitolo 46°

La Gnosi > Ritrovamenti > Nag Hammadi > Vangeli Apocrifi > Apocrifo di Tommaso > Atti di Tommaso > Dodicesimo Atto

Tratto da: The Acts of Thomas - The Gnostic Society Library
tradotto in INGLESE da: M. R. James
tradotto in ITALIANO da Giuseppe Ricciardi
Atti del Santo Apostolo Tommaso
Il Docidesimo Atto: Riguarda Ouazanes (Iuzanes) il figlio del re Misdaeus

Capitolo 46°
Passi da 145.- a 147.-

 
145. La mia bocca non basta per lodarti, né sono in grado di concepire la cura e la provvidenza (attenzione) che è stata su di me da parte tua e che tu hai avuto per me). Poiché io desideravo avere ricchezze, ma tu con una visione mi hai mostrato che esse sono piene di perdita e danno per coloro che li hanno ottenute ed ho creduto alla tua dimostrazione, ed ho continuato nella povertà del mondo fino a quando Tu, la vera ricchezza fosti rivelato a me, che colmavi sia me che gli altri che ti meritavano con la tua propria ricchezza e liberasti i tuoi propri dalla preoccupazione e dall'ansia. Ho pertanto esaudito i tuoi comandamenti, o Signore, e compiuto la tua volontà, e sono diventato povero e bisognoso, straniero e schiavo ed annietato e prigioniero, affamato e assetato, nudo e scalzo, ed ho faticato per amor tuo, affinché la mia fiducia non potesse perire e la mia speranza che è in te non sia confusa ed il mio gran lavoro possa non essere invano e la mia stanchezza non sia considerata nulla: Fa che le mie preghiere ed i miei continui digiuni non periscano, ed il mio grande zelo verso di te; Fa che la mia semenza di grano non sia scambiata per zizzanie fuori dalla tua terra, che il nemico non la porti via e la metta insieme alle sue stesse zizzanie; perché la tua terra in verità non riceve la sua zizzania, né pertanto possono essere deposte sopra le tue case.  
 

146. Ho piantato la tua vite nella terra, essa ha mandato giù le sue radici nella profondità e la sua crescita si è sviluppata in altezza, ed i suoi frutti sono distesi sulla terra, e quelli che sono degni di te sono resi lieti da coloro, che anche tu hai ottenuto. Il danaro che hai avuto da me l’ho depositato sul tavolo (banca); questo, quando ritieni, restituiscimelo con usura, come hai promesso. Con la tua sola mente ho negoziato ed ho fatto per dieci, Tu me ne hai aggiunto di più accanto a quello che avevo, come tu ti sei accordato. Ho perdonato al mio debitore il mio, non richiederlo Tu dalle mie mani. Sono stato invitato alla cena e sono venuto: ed ho respinto la terra e il giogo dei buoi e la moglie, per non essere rifiutato per amor loro; Sono stato invitato al matrimonio, ed ho indossato abiti bianchi, per poterne essere degno e non essere legato mani e piedi e gettato nelle Tenebre esterne. La mia lampada con la sua luce brillante aspetta che il maestro venga dal matrimonio, che io possa riceverlo, e io non possa (? egli non possa) vederlo oscurato perché l'olio si è consumato. I miei occhi, o Cristo, guardano Te, e il mio cuore esulta con gioia perché ho adempiuto la tua volontà e perfezionato i tuoi comandamenti; che io possa essere paragonato a quel servitore vigile e attento che nella sua bramosia trascura di non vegliare (altro MSS .: io non ho dormito pigramente nell’osservare i tuoi comandamenti: nel primo sonno e a mezzanotte e al canto del gallo, che i miei occhi possono guardati, ecc.). Ho lavorato tutta la notte per tenere la mia casa dai ladri, per paura che fosse scassinata.
 

147. Ho stretto i miei lombi vicino alla verità ed ho legato strette le scarpe ai miei piedi, per non vederle mai slacciate: ho posto le mie mani sull'aratro aggiogato e non mi sono voltato indietro, per timore che i miei solchi venissero storti. Il terreno arato è diventato bianco e il raccolto è arrivato, perché io possa ricevere il mio salario. La mia veste che si è invecchiata l’ho consumata, ed il lavoro che mi ha portato al riposo io l'ho compiuto. Ho dato un primo sguardo e un secondo ed un terzo, affinché possa contemplare la tua faccia e adorare la tua santa luminosità. Ho sradicato le cose cattive (ho tirato giù i miei granai, Siriaco) e le ho lasciate desolate per terra, perché io possa essere riempito dai tuoi tesori (Gr. MSS. aggiungono: ho venduto tutta la mia sostanza, per guadagnare Te, la perla). L’umida fonte che era in me mi è prosciugata, affinché io possa vivere e restare accanto alla tua sorgente inesauribile (al. e Siriaco .: riposare accanto alla tua sorgente viva). Il prigioniero che mi hai consegnato io l’ho ucciso, cosicché colui che ho liberato in me non possa inciampare nella sua ferma fiducia. Colui che era interiore l’ho fatto esteriore e l’esteriore [interiore], e tutta la tua pienezza è stata realizzata in me. Non sono tornato alle cose che stanno dietro, ma sono andato avanti alle cose che stanno per prime, così che io non diventi un oggetto di rimprovero. Ho rianimato il morto ed ho sopraffatto il vivente, e ciò che era carente io l’ho riempito (Siriaco Wright, non il più anziano, inserisce cose negative, "non rianimate", ecc.), affinché io possa ricevere la corona della vittoria, ed il potere di Cristo possa essere compiuto in me. Io ho ricevuto discreditoo sulla terra, ma dammi il ritorno e la ricompensa nei cieli. (U omette praticamente tutto questo capitolo.)
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