Capitolo 139°
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Pistis Sophia - 5° Libro.
Capitolo 139°
Gesù seguitò il discorso, dicendo: - Giunse poi il padre di mio padre, cioè Jeu: prese altri 360 arconti tra gli arconti di Adamas, che non avevano creduto al mistero della luce, e li legò a questi luoghi aerei nei quali ora ci troviamo, al di sotto della sfera; al di sopra di loro pose altri cinque grandi arconti, quelli cioè che si trovano sulla via del mezzo.
Il primo arconte della via di mezzo è detto Paraplex: è un arconte dall'aspetto di donna con i capelli che scendono fino ai piedi, sotto il suo potere stanno venticinque arcidemoni che sovrastano una quantità di altri demoni. Questi sono i demoni che entrano negli uomini e li inducono all'ira, alla maledizione, alla calunnia, sono essi che derubano e si prendono via le anime per mandarle attraverso il loro fumo oscuro e i loro severi castighi.
Maria disse: - Non desisterò dall'interrogarti! Non ti irritare contro di me, se ti interrogo su di ogni cosa.
Gesù rispose: - Interrogami su quello che vuoi!
Maria riprese: - Mio Signore, rivelaci in che modo derubano e si portano via le anime, di modo che lo comprendano anche i miei fratelli.
Disse Gesù, cioè Aberamentho: - Il padre di mio padre, cioè Jeu, è l'addetto all'assistenza di tutti gli arconti, degli dei e delle forze promananti dalla materia della luce del tesoro, e Zorocothora Melchisedek è il messaggero di tutte le luci che vengono purificate negli arconti, essendo colui che guida nel tesoro della luce: soltanto questi due sono le grandi luci. Il loro compito è discendere agli arconti e purificarli; Zorocothora Melchisedek porta via le luci che sono state purificate tra gli arconti e le guida al tesoro della luce.
Quando giunge il numero e il tempo per il loro compito, essi discendono dagli arconti, li opprimono e li tormentano mentre portano via dagli arconti ciò che è purificato. Appena essi desistono dall'opprimerli e dal tormentarli, se ne ritornano nei luoghi del tesoro della luce.
Quando giungono nei luoghi di mezzo, Zorocothora Melchisedek prende le luci e le guida alla porta di quelli di mezzo e al tesoro della luce, mentre Jeu se ne ritorna nei luoghi di quelli della destra.
Fino a quando non giunge nuovamente il numero in base al quale essi (Jeu e Zorocothora Melchisedek) verranno fuori, gli arconti in preda alla collera della loro cattiveria, si ribellano, salgono subito verso le luci - dato che in quel tempo essi (Jeu e Zorocothora Melchisedek) non si trovano là -, portano via e derubano le anime che possono strappare e le consumano col loro fumo oscuro e col loro fuoco malvagio.
Allora, con i demoni a lei soggetti, la potestà il cui nome è Paraplex prende le anime dei collerici, dei maldicenti e dei calunniatori, le invia tra il fumo oscuro, e le manda in rovina attraverso il suo fuoco malvagio, sicché inizino a essere distrutte e disfatte; esse trascorrono 133 anni e nove mesi tra i castighi dei suoi luoghi, mentre essa le tormenta nel fuoco della sua cattiveria. Dopo tutto questo tempo, allorché la sfera si gira e il piccolo Sabaoth-Zeus giunge al primo eone della sfera - quello che nel mondo è chiamato ariete di Bubasti - cioè ad Afrodite, e allorché questa (Afrodite) giunge alla settima casa della sfera, cioè alla bilancia, allora si tirano da parte le tende che si trovano tra quelli della sinistra e quelli della destra. Il grande Sabaoth, il buono, guarda dall'alto, da quelli che sono alla destra, mentre tutto il mondo e l'intera sfera sono sconvolti; egli guarda giù sui luoghi della Paraplex, e questi luoghi si dissolvono e vanno in rovina.
Ma tutte le anime che si trovano tra i suoi castighi saranno prese e respinte nuovamente nella sfera: esse, infatti, sono state condannate alla distruzione tra i castighi della Paraplex.