Capitolo 8°
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tradotto in INGLESE da: M. R. James
tradotto in ITALIANO da Giuseppe Ricciardi
Atti del Santo Apostolo Tommaso
Il Terzo Atto: Riguardo al servitore.
Capitolo 8°
Passi da 30.- a 33.-
30.- E l'apostolo uscì per andare dove il Signore gli aveva ordinato; e quando fu vicino al secondo miglio (pietra) e si era allontanato un po’ dalla strada, vide il corpo di un bel giovane che giaceva e disse: Signore, è per questo che tu mi hai fatto uscire, per venire qui affinché io possa vedere questa (prova) tentazione? comunque la tua volontà sarà fatta come tu desideri. E cominciò a pregare e a dire: O Signore, giudice dei vivi e dei morti, dei vivi che stanno in piedi e dei morti che giacciono qui, e Maestro e Padre di tutte le cose; e Padre non solo delle anime che sono nei corpi, ma di coloro che sono usciti da essi, anche per le anime che sono in contaminazioni (al. corpi) tu sei Signore e giudice; vieni in quest'ora in cui ti chiamo e mostra la tua gloria su colui che qui giace. E si volse verso quelli che lo seguivano e disse: "Questa cosa non è avvenuta senza motivo, ma il nemico l'ha compiuta e così ha fatto in modo che potesse attaccarci (?); e vedete che non ha fatto uso diverso, né operato mediante alcuna altra creatura tranne quella che è il suo soggetto.
31.- E quando ebbe detto questo, un grande serpente (Sir. nero) (drago) venne fuori da un buco, battendo con la testa e scuotendo la coda per terra, e con (usando) una gran voce disse all'apostolo: Dirò di fronte a te il motivo per cui ho ucciso quest'uomo, poiché tu sei venuto qui per questo fine, a biasimare le mie opere. E l'apostolo disse: Sì, vai avanti. Ed il serpente: C'è una certa bella donna in questo villaggio che è contro di noi; e mentre essa passava accanto a me (o al mio posto), io la vidi e me ne innamorai, e io la seguii e la osservavo; e ho scoperto questo giovane che la baciava, ed egli ha avuto rapporti con lei e ha fatto altri atti vergognosi con lei: e per me è stato facile denunciarli davanti a te, perché io so che tu sei il fratello gemello del Cristo ed abolisci sempre la nostra natura (Siriaco: Facile per me a dire, ma a te non oso pronunciarle perché io so l’alluvione oceanica del Messia distruggerà la nostra natura): ma poiché non volevo spaventarla, io non l’ho ucciso allora, ma l’ho atteso fino a che egli non passò di sera e lo colpii e lo uccisi, e specialmente perché egli si avventurò a fare questo nel giorno del Signore.
E l'apostolo lo interrogò, dicendo: Dimmi di quale seme e di quale razza sei.
32.- E gli disse: Io sono un rettile della natura rettile e figlio nocivo del padre nocivo: di colui che ferì e colpì i quattro fratelli che si ergevano diritti (om. Siriaco: forse intesi essere gli elementi o quattro punti cardinali). Sono il figlio di colui che siede su un trono su tutta la terra che riscuote il suo da quelli che prendono in prestito: io sono figlio di colui che si aggira intorno alla sfera: e io sono parente di colui che è fuori dall'oceano, la cui coda è posta nella sua stessa bocca: io sono colui che è entrato attraverso la barriera (recinzione) nel paradiso e ha parlato con Eva delle cose di cui mio padre mi invitò di dirle: io sono colui che ha acceso e infiammato Caino per uccidere il suo stesso fratello, ed a motivo mio le spine e i cardi crescono sulla terra: io sono colui che gettò giù gli angeli dall'alto e li legò in concupiscenza alle donne, perché i bambini nati della terra potessero venire da loro e io potesse operare la mia volontà in loro: Io sono colui che indurì il cuore del faraone che avrebbe dovuto uccidere i figli d'Israele e renderli schiavi col giogo della crudeltà: io sono colui che ha fatto in modo che la moltitudine errasse nel deserto quando hanno fatto il vitello: sono colui che ha infiammato Erode ed acceso Caifa alla falsa accusa di menzogna davanti a Pilato; perché ciò mi andava bene: io sono Colui che ha sobillato Giuda e lo ha corrotto per consegnare il Cristo: io sono colui che abita e tiene la profondità dell'inferno (Tartaro), ma il Figlio di Dio mi ha offeso, contro la mia volontà, e preso (scelto) quelli che erano i suoi da me: io sono parente di colui che deve venire dall’Est, al quale è dato anche il potere di fare ciò che vuole sulla terra.
33.- E quando quel serpente aveva detto queste cose all'udienza di tutto il popolo, l'apostolo levò la sua voce in alto e disse: Cessa d'ora in poi, o gran spudorato, e sii messo in confusione e muori del tutto, perché la fine della la tua distruzione è giunta, e non osare dire ciò che hai fatto tra coloro che sono diventati soggetti a te. E ti incarico nel nome di quel Gesù che finora lotta con te per gli uomini che sono suoi propri, che tu succhi il tuo veleno che hai messo in quest'uomo, e lo tiri fuori e lo prendi da lui. Ma il serpente disse: Non è ancora venuta la fine del nostro tempo come tu hai detto. Perchè mi forzi di riprendere ciò che ho messo in quest'uomo e di morire prima del tempo? perché il mio stesso padre, quando attirerà e succherà ciò che ha gettato nella creazione, allora verrà la sua fine. E l'apostolo gli disse: Mostrami, dunque, ora la natura di tuo padre. Ed il serpente si avvicinò e appoggiò la sua bocca sulla ferita del giovane e ne trasse fuori il fiele. Ed a poco a poco il colore del giovane che era come viola, divenne bianco, mentre il serpente si gonfiava. E quando il serpente ebbe succhiato tutto il fiele in se stesso, il giovane balzò e si alzò in piedi, e corse e cadde ai piedi dell'apostolo: ma il serpente si gonfiò, scoppiò e morì, ed il suo veleno e il fiele venivano sparsi; e nel luogo dove fu sparso il suo veleno si formò una grande buca, e quel serpente fu inghiottito in essa. E l’apostolo disse al re e a suo fratello: Prendete degli operai e riempite quel luogo, e gettate fondamenta e costruite case su di esse, che possano essere di dimora per stranieri.