Capitolo 32°
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tradotto in INGLESE da: M. R. James
tradotto in ITALIANO da Giuseppe Ricciardi
Atti del Santo Apostolo Tommaso
Il Nono Atto: Riguardo la Moglie di Carisio.
Capitolo 32°
Passi da 100.- a 102.-
100.- E così dicendo egli cominciò a lamentarsi e disse: Guai a me, o mia consorte, e a te inoltre! perché sono troppo presto in lutto di te. Guai a me, o mia più cara, perché tu eccelli in tutta la mia razza: né figlio né figlia ho avuto da te che io possa trovare riposo in loro; non hai neppure vissuto un anno intero con me, ed un occhio malvagio ti ha catturato da me. Vorrei che la violenza della morte ti avesse preso, ed io potrei ancora considerarmi tra re e nobili: ma non che dovessi sopportare questo per mano di un estraneo, ed assomigliare a lui che è uno schiavo che è scappato via, alla mia sfortuna e al dolore della mia anima infelice! Che non ci sia alcun impedimento per me finché non lo distruggerò e vendicherò questa notte, e possa io non essere gradito al re Misdaeus se egli non mi vendica con la testa di questo straniero; (e lo dirò anche a lui) di Siphor, il capitano che è stato l'occasione per questo. Poiché con i suoi mezzi lo straniero apparve qui, ed ha alloggiato a casa sua; e vi sono molti là entrano e escono ai quali egli insegna una nuova dottrina; dicendo che nessuno può vivere se non annulla tutta la sua sostanza e diventare un rinunciante come lui tesso: e si sforza di fare molti partecipanti insieme a lui.
101.- E mentre Carisio pensava a queste cose, il giorno spuntò, dopo la notte (?) Indossò un'abito scadente, si mise le scarpe, e andò giù in pesantezza per salutare il re. E quando il re lo vide, disse: "Perché sei triste e sei venuto con questo abbigliamento? e vedo che il tuo volto è cambiato. E Carisio disse al re: Ho una cosa nuova da dirti, di una nuova desolazione che Siphor ha portato in India, quale un certo ebreo, uno stregone, che si è seduto nella sua casa e che non si diparte da lui: e molti sono là che si avvicinano a lui: che insegna anche di un nuovo Dio, e pone su di loro nuove leggi come non si sono mai sentite, dicendo: È impossibile per voi entrare in quella vita eterna che vi annuncio, a meno che tu non vi liberiate delle vostre mogli ed allo stesso modo alle mogli dei loro mariti. E accadde che anche la mia sfortunata moglie andò da lui e divenne un ascoltatrice delle sue parole, e lei le ha credute, e nella notte lei mi abbandonò e corse verso lo straniero. Ma manda tu sia per Siphor sia per quel mago che è nascosto presso di (in) lui a visitali (?) …… sulle loro teste, per timore che tutto ciò che è della nostra nazione perisca.
102.- E quando il suo amico Misdaeus sentì questo, gli disse: Non essere addolorato né appesantito, perché invierò per lui e ti vendicherò, e tu avrai di nuovo tua moglie, e gli altri che non possono li vendicherò. E il re s’incamminò e si sedette sul trono del giudizio, e quando si fu insediato ordinò che fosse chiamato Siphor il capitano. Andarono quindi a casa sua e lo trovarono seduto alla destra dell'apostolo e Mygonia ai suoi piedi, che ascoltava insieme alla folla. E quelli che erano stati mandati dal re dissero a Siphor: Sei qui ad ascoltare le vane parole, e il re di Misdae nella sua ira pensa a distruggerti a causa di questo mago e ingannatore che hai portato in casa tua? E Siphor sentendo ciò era demoralizzato, non a causa della minaccia del re contro di lui, ma per l'apostolo, perché il re si era posto contrariamente a lui. E disse all'apostolo: Io sono addolorato per te: poiché ti ho detto sin dall’inizio che quella donna è la moglie di Carisio, amico e parente del re, ed egli non sopporterà che faccia ciò che lei ha promesso, e tutto ciò egli chiede al re, egli glielo concede. Ma l'apostolo disse a Siphor: Non temere, ma credi in Gesù che perora per noi tutti, perché siamo radunati al suo rifugio. E Siphor, udito ciò, gli mise attorno la sua veste e andò dal re di Misdaeus.