Capitolo 31°
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tradotto in INGLESE da: M. R. James
tradotto in ITALIANO da Giuseppe Ricciardi
Atti del Santo Apostolo Tommaso
Il Nono Atto: Riguardo la Moglie di Carisio.
Capitolo 31°
Passi da 97.- a 99.-
97.- E quando Carisio disse così, Migdonia taceva come una qualsiasi pietra, ma pregava, chiedendo quando si sarebbe fatto giorno, che potesse così andare dall'apostolo di Cristo. Ed egli si ritirò da lei e andò a cena pesantemente nella mente, perché pensava di dormire con lei come di solito. E quando fu uscito, ella piegò le ginocchia e pregò, dicendo: Signore Iddio e Maestro, Padre Misericordioso, Cristo Salvatore, dammi la forza per vincere la spudoratezza di Carisio, e concedimi di custodire la santità nella quale ti diletti, che anch'io possa trovare la vita eterna. E quando lei ebbe così pregato, si distese sul suo letto e si velò.
98.- Ma Carisio, avendo cenato, venne da lei gridò, e lei gridò dicendo: Tu non hai più spazio presso di me, perché il mio Signore Gesù è più grande di te, che è con me e riposa in me. E lui rise e disse: Mi prendi in giro bene, dicendo questo di quello stregone, e lo deridi bene, che dice: Non avrete vita con Dio a meno che non vi purifichiate. E quando ebbe detto così, tentò di dormire con lei, ma lei non lo sopportava e gridò amaramente e disse: Io ti invoco, Signore Gesù, non mi abbandonare! perché con te ho fatto il mio rifugio; perché quando ho saputo che tu sei colui che cerca quelli che sono velati nell'ignoranza e salvi coloro che sono tenuti nell’errore. E ora supplico Te, la cui notizia ho sentito ed ho creduto, vieni in mio aiuto e salvami dalla spudoratezza di Carisio, che la sua oscenità non possa prendere il sopravvento su di me. E lei battè insieme le mani (gli legò le mani, Siriaco) e fuggì da lui nudo, e mentre lei andava strappò la tenda della camera da letto e se la avvolse attorno; e andò dalla sua balia, e dormì lì con lei.
99.- Ma Carisio era appesantito per tutta la notte, e si batteva il viso con le mani, e gli venne in mente di andare in quella stessa ora stessa e dire al re della violenza che gli era stata fatta, ma ripensandoci, diceva: Se la grande pesantezza che è su di me mi spinge ora ad andare dal re, che mi porterà dentro da lui? poiché so che il mio abuso mi ha rovesciato dal mio dignitoso aspetto e dalla mia vanagloria e maestà, e mi ha gettato giù in questa viltà e separato mia sorella Mydgonia da me. Sì, anche se il re stesso stesse davanti alle porte a quest'ora, non sarei potuto andare fuori e rispondergli. Ma aspetterò fino all'alba, e so che qualunque cosa chiedo al re, me la concede: e gli parlerò della follia di questo straniero, come egli getta in modo tirannico il grande e l'illustre nella profondità. Perché non è questo ciò che mi affligge, che sono privato della compagnia di lei, ma per lei io sono addolorato, perché la sua grandezza d’anima è umiliata: essendo una donna onorevole in cui nessuno della sua casa ha mai trovato colpa (condannata), lei è fuggita nuda, scappando dalla sua camera da letto, e non so dove sia andata; e può darsi che sia diventata matta per mezzo di quel mago, e nella sua pazzia sia andata nella piazza del mercato a cercarlo; poiché non c'è nulla che attragga il suo amore a parte lui e le cose che sono dette da lui.